Digital asset, la spinta di Trump. L’amministrazione Usa si propone di delineare un quadro normativo favorevole all’innovazione nell’industria e dei prodotti finanziari blockchain. Banca Generali

 

La blockchain, come ogni nuova tecnologia, è portatrice di vantaggi ma anche svantaggi. Una cosa è sicura, tuttavia: l'adozione diffusa della tecnologia che rende immutabile e trasparenti le transazioni avverrà anche nel mondo dell'asset management.

La “Crypto Week”, l’iniziativa legislativa dell’amministrazione Usa volta a definire finalmente il quadro normativo per le criptovalute, spinge i digital asset, in cui Banca Generali ha creduto sin dal 2018 convinta che possano rivoluzionare il settore finanziario, sulla base dei protocolli blockchain che garantiscono efficienza delle transazioni, riduzione dei costi e aumento della sicurezza.

Sette anni fa, infatti, la private bank ha lanciato un fondo azionario globale focalizzato su blockchain e digital asset come possibile scelta di lungo periodo per chi volesse prendere esposizione a un mercato in forte espansione: LUX IM INNOVATION STRATEGY, una soluzione che, negli ultimi anni, ha generato rendimenti interessanti anche rispetto ai benchmark azionari  per la sua peculiarità

Come si evince dal nome questa è una delle strategie della Sicav lussemburghese del gruppo Banca Generali che, attraverso il sistema delle deleghe di gestione, mette a disposizione di clienti e consulenti le migliori eccellenze dell’ampio panorama dei fondi d’investimento, veri e propri ‘building blocks’ per costruire portafogli diversificati.

“Il nostro processo di investimento è basato su analisi qualitative fornite dagli esperti del settore e quantitative, attraverso un sistema di valutazione proprietario. Analisi dei fondamentali economico/finanziari e del posizionamento competitivo delle società target identificando quelle con maggiore potenziale di crescita”, racconta Marco D’orazio, Co-Direttore degli Investimenti di BG FUND MANAGEMENT LUXEMBOURG, entrando nel vivo della Lux Im Innovation Strategy.

“In sintesi, il focus è su società a media e grande capitalizzazione che beneficiano dell’innovazione nel settore informatico, in particolare attive nella realizzazione ed utilizzo di protocolli Blockchain. Con forte attenzione alla selezione dei leader con vantaggi competitivi duraturi”.

Perché puntare su questo settore?

Istituzioni come JP Morgan Chase e Banco Santander, per esempio, stanno adottando soluzioni blockchain per accelerare i pagamenti e automatizzare operazioni complesse. Sempre in ambito finanziario, altri importanti gruppi stanno sviluppando la  tokenizzazione degli asset di investimento: cioè, la rappresentazione e lo scambio digitale di varie tipologie di asset attraverso la Blockchain.

Tuttavia, la sua adozione è ancora nelle fasi iniziali. “La tracciabilità e la trasparenza garantite dalla blockchain aiutano a combattere la contraffazione e a migliorare i processi logistici, permettendo ad aziende e consumatori di monitorare l’intero ciclo di vita di un prodotto” commenta Marco Scardovi, Senior Portfolio Manager di BG Fund Management Luxembourg e gestore del fondo LUX IM Innovation Strategy. “Molti governi stanno esplorando l’uso della blockchain per la gestione dei dati sensibili, come registri civili e aiuti economici, riducendo le frodi e aumentando l’efficienza. Nel settore sanitario, la blockchain consente di gestire i dati dei pazienti in modo sicuro e trasparente, migliorando la privacy e facilitando la condivisione tra enti sanitari”, aggiunge Marco Scardovi.

La spinta di Trump

Altro elemento di interesse è la crescente attenzione da parte degli investitori sia retail che istituzionali verso gli asset digitali, complice la volontà dell’amministrazione Trump di delineare un quadro normativo favorevole all’innovazione nell’industria degli asset digitali e dei prodotti finanziari blockchain. “Il 44% degli investitori considera oggi i digital assets come un asset class distinta, riconoscendone un ruolo strategico nella diversificazione del portafoglio”, chiarisce Marco Scardovi, che aggiunge: “Nel 2025, il 59% degli investitori istituzionali prevede di allocare oltre il 5% del proprio patrimonio ai digital assets, in crescita rispetto al 54% del 2024. Questo dato evidenzia come il settore degli asset digitali non sia più percepito solo come alternativo o sperimentale, ma come un’opportunità concreta e competitiva nel confronto diretto con le asset class tradizionali”.

“Queste prospettive mostrano come la tecnologia blockchain abbia il potenziale di trasformare vari settori, migliorando l’efficienza, la sicurezza e la trasparenza. Anche le soluzioni studiate per migliorare gli aspetti di scalabilità, consumo energetico e interoperabilità possono avere ricadute finanziarie interessanti per gli investitori, così come il crescente interesse per gli asset digitali”, conclude Marco D’Orazio.

 


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Redazione

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