Il contributo di Michaël Nizard, head of Asset Allocation & Sovereign Debt di Edmond de Rothschild Asset Management, all’inchiesta di Fondi&Sicav sulla fine del quantitative easing


Nell’ipotesi in cui la netta divergenza di impostazione tra le politiche monetarie di Fed e Bce dovesse mantenersi ampia o tendere ad un ulteriore ampliamento, quali opportunità ritenete possano essere colte nei mercati?
C’è stata una risincronizzazione tra la politica monetaria della Bce e la Fed, che ha portato entrambe le Banche centrali ad adottare un indirizzo accomodante. La differenza principale deriva dal punto del ciclo in cui si trovano le rispettive economie e quindi dall’efficacia della loro stessa politica monetaria. Se da un lato la Fed può intervenire efficacemente sulla curva a breve termine, dall’altro non sembra più voler incrementare il proprio programma di acquisto di asset. La Bce, al contrario, si trova nella posizione esattamente opposta.
L’azione delle Banche centrali rappresenta un sostegno all’economia. Riteniamo quindi che questo sia il momento opportuno per cercare di ottenere rendimenti da attività rischiose al di fuori degli Stati Uniti e soprattutto sui mercati emergenti, laddove le Banche centrali hanno ancora margine per sostenere le economie nazionali in caso di necessità.
Cosa vi aspettate dalla Fed nel corso del 2020? Sulle scelte di politica monetaria (tassi, acquisto titoli) peseranno più i dati macro o l’approssimarsi delle elezioni presidenziali? I Treasury continueranno a offrire un porto sicuro agli investitori?
Ci aspettiamo molteplici interventi da parte della Fed nel corso del 2020. Il primo riguarda il livello dei Fed funds. Rispetto al livello attuale, la Fed ha un vero e proprio strumento di supporto all’economia statunitense che può esercitare attraverso l’intervento sui tassi a breve. Aspetto in cui la Bce, visto il livello dei tassi nell’Eurozona, vede l’efficacia di un taglio dei tassi molto meno efficace. Ci aspettiamo quindi che la Fed riduca i tassi di 25 punti base nel corso dell’anno dinanzi a un peggioramento dei dati macro. Dal nostro punto di vista, il posizionamento non riguarda il taglio dei tassi in senso stretto, quanto piuttosto la capacità della Fed di intervenire in questa direzione se l’economia ne ha bisogno.
Il secondo ruota intorno al suo programma di acquisti. Attualmente ci troviamo in un’economia con una grossa quota di liquidità che deriva dalle politiche non convenzionali attuate dalla Fed, dalla Bce e dalla BoJ in particolare. La Fed ha già affrontato il problema della normalizzazione. Le tensioni incontrate dallo scorso settembre sulla Repo ne sono un valido esempio, di fronte a cui la Fed ha dovuto nuovamente iniettare liquidità a breve termine. Se la Fed non considera questo sotto forma di “Quantitative Easing”, il mercato sì. Crediamo ancora che la Fed cercherà di ridurre il proprio bilancio, o almeno di ridurne l’aumento.
L’inflazione fa fatica a consolidarsi. La Fed sta per lanciare una consultazione per quanto riguarda l’inflazione e crediamo che riformulerà i propri target inflativi per ristabilirne un livello sufficiente. Quello che di solito osserviamo dalla Fed durante i periodi elettorali è un certo “silenzio” per non esercitare la benché minima influenza. Inoltre la Fed ridurrà il tasso in caso di deterioramento dei dati macro. Tutto ciò è di grande supporto per l’ambiente reale, in quanto la Banca Centrale americana rimarrà accomodante nel corso dell’anno. In un tale contesto, riteniamo che la loro politica sostenga la performance degli asset di rischio e che, a tempo debito, il Treasury svolgerà il suo ruolo di safe heaven, soprattutto perché prevediamo che la Fed potrebbe tagliare i tassi se necessario. Tuttavia, il loro basso rendimento richiede una gestione attiva e non un approccio “Buy and Hold”.
Stefania Basso
Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.

