I deflussi dall’asset class vengono alimentati dalla combinazione di alcuni fattori sfavorevoli. Massimiliano Marzo, chief economist di Riv-Capital e Professore di Economia all’Università di Bologna

Quali sono i fattori che hanno penalizzato la performance dei bond emergenti negli ultimi mesi?

Essenzialmente, il conflitto in Ucraina si è configurato come un grosso shock su materie prime energetiche.  Da questo punto di vista, l’impatto fondamentale si è registrato sui tassi di cambio di molti dei paesi importatori di energia, che hanno subito importanti svalutazioni.  Viceversa, paesi esportatori hanno visto una sostanziale tenuta delle loro valute.

Al tempo stesso, però, molte banche centrali dei paesi emergenti hanno mostrato un atteggiamento molto cauto di fronte allo shock di materie prime energetiche e alla crescita dei tassi di interesse registrata dalla Fed.  In alcuni interventi da parte dei governatori delle banche centrali di paesi emergenti si è sottolineato come lo shock sui prezzi energetici sia da considerarsi transitorio e quindi non meritevole di particolari interventi.

Tuttavia, il quadro macroeconomico di molti paesi emergenti non si rivela particolarmente robusto: il combinato disposto di shock energetici, peggioramento delle bilance commerciali e rallentamento del ciclo di domanda globale, pongono tali mercati in una situazione di maggiore difficoltà rispetto al passato.  Al tempo stesso, se concentriamo su Asia, a partire dall’inizio del conflitto, abbiamo assistito ad un’importante fuoriuscita di capitali esteri dall’Asia.

Ciò è anche dovuto alla ripresa di rendimento su obbligazioni emesse da economie avanzate che stanno gradualmente portando ad una convergenza possibile dei rendimenti.  Pertanto, il combinato disposto di indebolimento della valuta e rafforzamento della politica monetaria dei paesi emergenti, nonché il graduale e conseguente rialzo dei prezzi all’interno di tali paesi, porta a un consistente raffreddamento di interesse da parte di molti investitori nei confronti dei bond dei paesi emergenti.

Massimiliano Marzo
Quale asset allocation per regioni/paesi/scadenze/rating state prediligendo e quale evoluzione ritenete sia plausibile nei prossimi mesi per l’universo delle obbligazioni emesse dai paesi emergenti?

Siamo attualmente concentrati prevalentemente su paesi che possono beneficiare da ulteriori repricing e da potenziali rafforzamenti valutari.  Sulle scadenze, stiamo previlegiando duration complessivamente contenute con focus limitato su mercati emergenti.  Il settore corporate può offrire occasioni comunque di grande interesse, in funzione dei settori e dei mercati.

Su mercati sviluppati tendiamo a previlegiare emissioni con maggiore convexity, che, in momenti di volatilità dei mercati, come quello attuale, può rappresentare una sorta di assicurazione contro la perdita in conto capitale.

Riteniamo che nel prossimo futuro il trend di sell-off da obbligazioni emesse in mercati emergenti possa continuare, anche a seguito della volontà da parte degli investitori di concentrarsi su investimenti più locali, anche favoriti da una graduale crescita dei tassi di interesse. 

 

 


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Rocki Gialanella

Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.