L’intervista a Kunjal Gala, Global Emerging Markets Portfolio Manager per la divisione internazionale di Federated Hermes
Nel vasto universo rappresentato dall’azionario emergente, l’equity asiatico e quello dell’Est Europa sembrano essere le due aree più promettenti per i prossimi anni. Siete d’accordo con questa view o date maggiori chance ad altre aree?

È difficile prevedere con un certo grado di certezza quali saranno i migliori Mercati Emergenti nel 2021. Dopo una ripresa sorprendentemente robusta nel corso del 2020, i listini degli emergenti sono ben posizionati per un 2021 positivo.
In quanto l’Asia settentrionale, che costituisce la maggior parte del benchmark, ha dimostrato una notevole competenza nella gestione del virus. Sembra quindi destinata a crescere su buoni numeri anche quest’anno.
L’Asia settentrionale, tuttavia, non sarà l’unica area con buone performance.
L’economia globale dovrebbe vedere una ripresa nella seconda metà dell’anno, con la distribuzione di vaccini. E il ritorno della fiducia globale. Portando beneficio a Paesi produttori di materie prime quali Indonesia, Perù, Russia e Messico.
Naturalmente, la parziale vittoria dei Democratici genererà una riduzione della spesa destinata alle infrastrutture rispetto alle precedenti attese. Perché la prospettiva della vaccinazione rafforza la possibilità di una politica di prudenza fiscale, che sarà pienamente sostenuta dal Senato repubblicano degli Stati Uniti.
Le valutazioni dei mercati emergenti appaiono favorevoli. Dato che si trovano nella fascia bassa del loro range a lungo termine rispetto a quelle dei Paesi sviluppati.
In America Latina, nonostante un maggior coinvolgimento di Biden, la politica locale rimarrà volatile. Tuttavia, la crescita economica dovrebbe attestarsi in territorio positivo, anche se non tutti i Paesi si sono assicurati i vaccini. La regione EMEA sperimenterà sì un rapporto più difficile tra Stati Uniti e Russia.
Ma anche un miglioramento nella domanda di energia, metalli di base e platino/palladio, sostenendo in questo modo non solo la Russia ma anche il Sudafrica. Il fronte della politica resterà comunque problematico in quest’ultimo Paese. E le prospettive che l’attuale rally duri fino al 2021 sono obiettivamente contenute.
Nel complesso, il 2021 sarà probabilmente un anno positivo per settori quali financials e materials. Ma, con una prospettiva a più lungo termine, non sembrano plausibili elevati tassi di crescita economica. E per questo l’esposizione ai ciclici può essere più una scelta d’investimento valida per il 2021 che un investimento a lungo termine.
Riteniamo inoltre che l’opportunità di crescita strutturale offerta dai mercati emergenti rimanga solida, trainata dalla crescita dell’aspirante middle class, dalla digitalizzazione, dalle riforme e dallo sviluppo delle infrastrutture. Man mano che i differenti settori si rafforzeranno a seguito dei danni economici derivanti dalla pandemia, le aziende con bilanci e capacità solide trarranno vantaggio da questi driver strutturali.
Di conseguenza, conserviamo la nostra preferenza verso temi strutturali a lungo termine quali 5G, digitalizzazione, IoT, crescente penetrazione finanziaria, sanità, lo spostamento dei consumi verso i prodotti o i marchi più costosi e infrastrutture.
Potenzialmente, la maggiore velocità della crescita del Pil dovrebbe produrre risvolti positivi sulle performance future delle azioni degli Em. Ritenete valida questa correlazione o saranno altre le variabili capaci di pilotare le performance?
Il differenziale di crescita tra mercati emergenti e sviluppati è stato storicamente un importante motore della performance relativa dei rispettivi mercati azionari e la crescita più rapida nel contesto degli emergenti rispetto ai Paesi sviluppati legata a un premio di valutazione.
Le azioni degli emergenti non sono state scambiate a premio rispetto ai listini dei Paesi sviluppati da quando il differenziale di crescita del PIL emergenti e sviluppati è crollato nel 2010, mentre le valutazioni hanno raggiunto i livelli più bassi degli ultimi 20 anni, con uno sconto del 34% per quanto riguarda il rapporto P/B.
Mentre la crescita sembra nuovamente in accelerazione in mezzo alle speranze legate al vaccino di una ripresa economica globale nel 2021, lo sconto in termini di valutazione potrebbe iniziare a restringersi.
Gli indicatori dell’attività economica, come gli indici dei responsabili degli acquisti, stanno mostrando segnali di ripresa, la minaccia di contrasti commerciali con gli USA è venuta meno e i settori dell’export e del turismo dovrebbero riprendersi di pari passo con la distribuzione dei vaccini. Si sta anche profilando all’orizzonte una sorta di zona di libero scambio nella regione asiatica, sulla base della Regional Comprehensive Economic Partnership.
Anche le metriche di investimento raccontano una storia interessante. I mercati emergenti trattano con uno sconto del 20% rispetto a quelli sviluppati su base settoriale, vicino al minimo storico dell’ultimo ventennio. L’indebolimento del dollaro dovrebbe consentire alle valute dei mercati emergenti di apprezzarsi, insieme ai mercati azionari, sostenuti da un alleggerimento dell’onere del debito collettivo di 5,2 miliardi di dollari. Una divisa statunitense più debole andrebbe anche a vantaggio degli esportatori di materie prime.
Gli investitori dovrebbero tuttavia contenere il proprio entusiasmo per il 2021 con la consapevolezza che i livelli di indebitamento, il trend demografico e gli investimenti in direzione di un sistema economico più sostenibile potranno limitare i profitti nel medio termine. Un’espansione macroeconomica più lenta garantirà il premio del segmento quality growth. Nel breve termine, il value vivrà una fase di successo, ma per gli investitori con un orizzonte temporale più lungo, al primo posto rimarrà il segmento del quality.
Stefania Basso
Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.


