Emergenti, la ripresa passa per cinque driver. Marco Piersimoni, Co-Head of Multi Asset Euro di Pictet Asset Management, analizzacinque fattori: tassi locali, dollaro, commercio, materie prime e Cina

Tassi locali
Tassi locali più elevati, rispetto ai paesi sviluppati, offrono spazio per manovre espansive e rendimenti reali interessanti. In media, i tassi di politica monetaria dei Paesi sviluppati si collocano intorno al 2,9%, contro il 6,8% dei Paesi emergenti, un livello che garantisce ampio margine per tagliare il costo del denaro. La dinamica dei prezzi è già sotto controllo in Asia, mentre in altre regioni (America Latina ed Europa dell’Est) la situazione sta migliorando, seppur più lentamente.
Dollaro
Riteniamo che la dinamica di rafforzamento del dollaro sia giunta al termine, con possibili spazi per una rivalutazione delle valute emergenti, che beneficerebbero di un biglietto verde più debole, soprattutto per quanto riguarda il settore privato (indebitato in dollari). Inoltre, le performance delle divise emergenti sono strettamente legate al divario di crescita economica rispetto agli Stati Uniti, differenziale che negli ultimi mesi è andato a chiudersi.
Commercio
Un altro fattore che gioca a favore dei mercati emergenti è il cambiamento negli snodi del commercio. Ci sono Paesi che potrebbero essere più vulnerabili ai dazi per via della loro esposizione verso gli Usa, come il Messico (l’80% dell’export è diretto negli Stati Uniti), o perché vendono beni facilmente sostituibili. Al contrario, i Paesi asiatici protagonisti della rivoluzione tecnologica e dei semiconduttori sono molto meno a rischio; Taiwan, per esempio, sebbene esporti negli Stati Uniti il 25% del suo export totale, produce beni ad altissima tecnologia che sono poco sostituibili. Anche la Cina ha ridotto fortemente la sua dipendenza dagli Usa, con la quota di export diretta verso gli Stati Uniti che è scesa dal 19 al 14% dalla prima presidenza Trump.
Materie prime
Questo è forse il fattore meno convincente: i fondamentali dell’equilibrio tra domanda e offerta delle materie prime stanno cambiando direzione solo negli ultimi mesi, mentre le quotazioni del greggio, in particolare, sono fortemente influenzate dalla volontà dell’amministrazione Trump di avere energia a basso costo.
Cina
La situazione della Cina può essere descritta in gergo economico come “derivata seconda”, nel senso che il contesto economico non è brillante ma siamo nella fase di rallentamento del declino. Il problema principale è la scarsa fiducia dei consumatori alle prese con la crisi del settore immobiliare. Tuttavia, la Cina ha ampi margini di manovra sia sul piano fiscale che monetario.
Obbligazioni
Nel segmento del reddito fisso, America Latina, Brasile, Messico, Colombia e Perù presentano tassi reali ben al di sopra della media storica e su livelli molto vicini ai massimi del range, mentre in Asia e nell’est Europa siamo su valori intorno alle medie. Con questi rendimenti – il Brasile, ad esempio, offre tassi reali vicini all’8% – i Paesi emergenti rappresentano un’opportunità, in grado di offrire non solo un buon ritorno sugli investimenti.
Azioni
Paesi come Taiwan e la Corea del Sud, con aziende tecnologiche all’avanguardia, offrono opportunità interessanti, soprattutto in termini di crescita futura, mentre altre aree come l’India, seppur costose, continuano ad attrarre investitori a causa del loro forte potenziale di crescita strutturale.
Redazione
La redazione di Fondi & Sicav è un team di esperti e appassionati di finanza, specializzati nell’analisi e nell’approfondimento di fondi comuni, SICAV e strumenti di investimento. Con un approccio chiaro e aggiornato, forniscono contenuti di qualità per guidare i lettori nelle scelte finanziarie più consapevoli.

