Intervista a Sven Schubert, Senior Investment Strategist, Vontobel

 

Vontobel sul petrolio e sulla Fed

Credete che le aspettative di prospettive economiche migliori in molti paesi emergenti contribuiranno ad attenuare il rischio rappresentato dall’aumento dei tassi di interesse globali?

Assolutamente sì. La sostenibilità del debito non dipende solo dai costi di servizio del debito, ma anche dalle entrate, che siano i salari per le famiglie, le entrate per le imprese o le tasse per i governi. Tutte queste fonti di reddito sono altamente correlate alla crescita economica.

Di solito, l’aumento dei tassi d’interesse globali si accompagna a un miglioramento delle prospettive economiche. Tuttavia, dal 2021 i rendimenti più elevati sono il risultato di un aumento dell’inflazione e non della crescita economica. Pertanto, dal punto di vista della sostenibilità del debito, è importante che l’economia globale stia trovando il « fondo ».

Il nostro modello congiunturale “Wave”, che ha previsto il deterioramento economico globale della prima metà del 2022 già nel quarto trimestre dell’anno scorso, indica un miglioramento dello slancio di crescita nei mercati emergenti dalla fine di giugno.

In particolare, l’allentamento delle restrizioni contro il coronavirus, come pure quello delle strozzature della catena di approvvigionamento in Asia e le misure di stimolo cinesi sono alla base del miglioramento delle prospettive. Considerando il mercato immobiliare cinese, ancora in forte contrazione, concludiamo che la ripresa economica in Cina sarà piuttosto superficiale.

Quali paesi o aree emergenti potrebbero uscire rafforzate in caso di attenuazione o risoluzione delle tensioni geopolitiche in corso?

L’Europa dell’Est dovrebbe trarre i maggiori benefici grazie ai suoi forti legami economici con la Russia e l’Ucraina. Anche se è troppo tardi per fermare la decelerazione economica, l’attenuazione o la risoluzione del conflitto fra Russia e Ucraina migliorerebbe le prospettive per il 2023 e cancellerebbe il rischio di razionamento dell’energia per le famiglie e le imprese e quindi di una profonda recessione.

L’Europa dell’Est è la regione per la quale il nostro modello congiunturale attesta attualmente lo slancio di crescita più debole. I prezzi degli asset in questa regione ne trarrebbero il massimo beneficio. Inoltre, ciò aiuterebbe le economie asiatiche. L’Europa è un importante mercato di esportazione per l’Asia e viceversa.

Il miglioramento del sentiment dei consumatori europei, dovuto alla riduzione dei costi dell’energia, andrebbe chiaramente a vantaggio delle esportazioni asiatiche e in particolare di quelle cinesi.

Inoltre, la riduzione dei costi energetici aiuterebbe paesi come l’India, la Corea del Sud, la Turchia e il Sudafrica, che hanno un saldo delle importazioni di energia significativamente negativo.

Le economie dell’America Latina sarebbero le meno avvantaggiate a causa della loro dipendenza dalle materie prime nelle esportazioni. Ma ne beneficerebbero grazie al miglioramento del sentimento di crescita globale e al calo delle aspettative di inasprimento della politica monetaria della Fed, in quanto i timori di inflazione si attenuerebbero.

Storicamente, l’America Latina ha legami economici e finanziari più stretti con gli Stati Uniti rispetto ad altre regioni.


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Stefania Basso

Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.