Energia, verso un nuovo mondo. Il riequilibrio dei rapporti di forza tra i principali produttori mondiali di petrolio contribuisce a spiegare alcune delle recenti anomalie osservate nei mercati finanziari globali. Dws

Ogni tanto ci si imbatte in notizie che, sorprendentemente, sembrano avere un impatto molto più contenuto sui mercati rispetto alle aspettative. È il caso delle recenti minacce del presidente Trump di imporre dazi secondari sulle esportazioni di petrolio e gas russo entro 50 giorni, qualora Mosca non interrompa la guerra in Ucraina. I mercati petroliferi? Appena un sussulto. Persino le tensioni dello scorso mese tra Israele e Iran hanno lasciato il prezzo del greggio sostanzialmente indifferente — per non parlare degli altri asset finanziari.
Il boom dello shale oil negli Stati Uniti ha riscritto gli equilibri energetici globali negli ultimi 15 anni
Secondo le metriche più accreditate, nel 2024 la produzione petrolifera statunitense ha superato la somma di quella di Arabia Saudita e Russia. La quota degli USA sulla produzione mondiale è passata dall’11% nel 2011 al 22% odierno. Circa due terzi di questa produzione derivano da giacimenti di scisto e formazioni compatte, concentrati soprattutto nel Permian Basin.
Un risultato reso possibile grazie a progressi tecnologici nell’estrazione e a investimenti mirati, che hanno portato la produzione da 8,5 milioni di barili al giorno nel 2007 a oltre 22,7 milioni nel 2024. Nello stesso periodo, la produzione di gas naturale è triplicata, sostenuta da riserve abbondanti e da una crescente transizione dal carbone al gas come fonte primaria.
Questi cambiamenti non stanno solo ridefinendo la politica energetica americana: stanno trasformando in profondità anche le dinamiche dei mercati globali
“Molte delle vecchie preoccupazioni hanno perso rilevanza, mentre si affacciano nuove fonti di rischio” – spiega Johannes Müller, Head of Research di DWS. Per buona parte degli ultimi anni, l’impennata della produzione di petrolio è avvenuta in parallelo a una domanda elettrica pressoché stagnante: un fenomeno dovuto ai progressi in efficienza energetica, alla trasformazione del tessuto economico verso settori meno energivori e alla diffusione di tecnologie come l’illuminazione a LED e le smart grid.
Ma oggi lo scenario sta cambiando. Come già evidenziato la scorsa settimana, i data center stanno diventando un nuovo motore di crescita per la domanda elettrica negli Stati Uniti. E con questo nuovo trend, emergono anche nuove vulnerabilità. Basti pensare al ritardo accumulato dagli USA nel campo delle batterie: un gap strategico che il recente pacchetto fiscale non è riuscito a colmare.
La lezione di fondo, tuttavia, è più ampia: ogni tanto, anche gli investitori più navigati dovrebbero concedersi uno sguardo nuovo sul mondo. Soprattutto per comprendere davvero quali siano oggi i rischi che contano.
Rocki Gialanella
Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.

