L’equity automotive continua ad essere interessato da news molto negative ma, allo stesso tempo, trova ampio spazio nei portafogli. Simon Jäger, Flossbach von Storch SE

Circa tre quarti del mercato automobilistico globale è nelle mani dei dieci marchi più grandi, tra cui ad esempio Volkswagen e Stellantis. Come investitori, ci teniamo alla larga da questi produttori di massa e abbiamo optato per il segmento premium. I nostri fondi sono investiti in azioni di BMW e Mercedes-Benz, perché i loro prodotti si distinguono dalla massa e, pur non essendo beni di lusso, sono di alta qualità e visivamente accattivanti. Il che non porta di per sé a margini di utile più elevati, ma è comunque un buon prerequisito. Questo perché l’appeal emotivo dei marchi favorisce un migliore potere di determinazione dei prezzi.

Entrambe le aziende sono sempre state in grado di gestire le fluttuazioni economiche globali e la rete di fornitori del settore è ormai adattata con precisione alle loro esigenze. Conoscono l’influenza politica di ogni paese del mondo e hanno ottimizzato nel corso degli anni le relative misure di sicurezza in relazione all’approvvigionamento di merci o allo stoccaggio. Entrambe lavorano con un alto livello di “local content”, ossia producono gran parte del loro fatturato nei rispettivi Paesi di vendita. Hanno offerte di prodotto adatte ai clienti cinesi o americani, come le versioni a passo lungo o i fuoristrada XXL; un valore aggiunto che nemmeno Tesla, pur molto apprezzata in borsa, offre ancora.

Automotive, orientamento a un orizzonte di lungo termine

Esistono due modi per valutare il successo di un investimento. Il primo corrisponde all’approccio della stampa finanziaria, che osserva i fenomeni su orizzonti temporali solitamente brevi. Il secondo punto di vista è quello di un investitore di lungo periodo, per il quale le fluttuazioni intermedie rivestono un ruolo minore. Riteniamo che il secondo punto di vista sia quello corretto. Ma ha dato i suoi frutti per BMW e Mercedes-Benz fino a ora?

Ma in che misura l’andamento dei prezzi delle azioni automotive è sostenuto dall’andamento degli utili?

È vero che gli utili di Mercedes-Benz e BMW sono attualmente in forte calo rispetto all’anno precedente. Tuttavia, questi cali degli utili devono essere contestualizzati, proprio come le variazioni del prezzo delle azioni. Veniamo da livelli di ricavi relativamente alti dopo la pandemia, quando molte persone hanno acquistato più beni di consumo durevoli dopo il lockdown del 2020. La domanda è se questa volta ci sarà una rottura strutturale e se BMW e Mercedes-Benz perderanno la loro supremazia. Questi rischi sono una delle ragioni delle valutazioni relativamente basse.

D’altra parte, ci sono anche opportunità. Da un lato, le aziende sono diventate più flessibili nella produzione e nelle innovazioni, e possono adattarsi rapidamente a nuovi concorrenti o luoghi di produzione.

In questo senso, queste aziende possono apportare un valido contributo nel contesto del portafoglio, nonostante la loro ciclicità relativamente forte. Il fattore decisivo è sempre l’architettura complessiva del portafoglio: l’obiettivo deve essere quello di combinare diversi modelli di business, profili reddituali e cicli per aumentare la resilienza ai diversi scenari di mercato. Un mix equilibrato di diversi modelli di business è quindi di fondamentale importanza. BMW e Mercedes-Benz possono farne parte a ragion veduta.


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Redazione

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