Aggiornamento sui mercati a cura di UniCredit

L’agenda macro di oggi, venerdì 29 luglio, si presenta come una giornata
particolarmente ricca di dati: in mattinata abbiamo la pubblicazione dei dati sul
PIL delle principali potenze economiche europee tra cui Francia, Spagna,
Germania, Italia e anche dell’Eurozona, seguiti, successivamente, dai dati sul
tasso di inflazione europeo e italiano. Sul fronte americano, nel primo
pomeriggio, saranno disponibili i dati sull’inflazione PCE, sull’ indice PMI Chicago
(manifatturiero) e sul’indice della fiducia dei consumatori.

Sul versante europeo, secondo quanto comunicato su base preliminare
dall’Institut national de la statistique et des études économiques (Insee, l’ente
nazionale di statistica di Parigi), in luglio il tasso d’inflazione è cresciuto in
Francia al 6,1% annuo dal 5,8% di giugno, contro il 6,0% del consensus. Su base
mensile l’indice dei prezzi al consumo è salito 0,3% contro lo 0,7% dei
precedenti due mesi, in linea con le attese. Sempre in Francia, secondo quanto
comunicato dall’Insee in giugno la spesa dei consumatori è salita dello 0,2% su
base mensile, in rallentamento rispetto allo 0,4% della lettura finale di maggio
ma contro la flessione dello 0,6% stimata dagli economisti.

Sul versante asiatico, secondo quanto comunicato dal ministero del Commercio
di Pechino, gli investimenti diretti esteri in Cina sono balzati del 17,4% annuo
nei sei mesi allo scorso 30 giugno, in marginale accelerazione rispetto al 17,3%
precedente, attestandosi a CHN 723,3 mld (pari a EUR 105 mld). Sempre, sul
versante asiatico, secondo i dati diffusi dal ministero nipponico di Affari Interni e
Comunicazione, in luglio l’inflazione è cresciuta nella regione di Tokyo al 2,5%
annuo dal 2,3% di giugno , risalendo sui massimi dal 2,9% del settembre 2014.

L’indice core dei prezzi al consumo è invece cresciuto del 2,3% annuo contro il
2,1% precedente e il 2,2% del consensus. Inoltre, secondo quanto comunicato
dall’Ufficio di Gabinetto nipponico, in luglio l’indice della fiducia dei
consumatori è calato in Giappone a 30,2 pts dai 32,1 di giugno (il dato rimane
sotto la soglia di 50 punti che separa fiducia da pessimismo ormai dal marzo
2006).

Il cross euro/dollaro vale 1,0238 in rialzo dello 0,21%, mentre il cambio
euro/yen si attesta su 136,05 in ribasso dello 0,75% e il cambio usd/jpy scambia
a 132,95 in calo dello 0,99%.

Derivati sul greggio in rialzo. Il futures sul Brent guadagna l’ 0,67% a USD
107,86 il barile, mentre WTI Usa in rialzo dello 1,13 % a USD 97,51.

Stamane il Bund future ha aperto a 157,16 il Btp future a 123,35. Lo spread
Btp/Bund riparte da 241 pts, con il rendimento del nostro Btp decennale al
3,251%.

Apertura positiva per le borse europee, con Piazza Affari che guadagna circa
l’1,61%. Positivi i titoli bancari. In rialzo anche Interpump, Pirelli, Eni, Moncler
ed Enel. In ribasso invece solo Leonardo, Terna e Nexi.

Azionariato asiatico prevalentemente misto stamane con il Nikkei 225 della
borsa di Tokyo in ribasso dello 0,05%, Hong Kong del 2,63%, Shanghai dello
0,89%, Seoul invece in rialzo dello 0,67% e Sidney dello 0,81%. Mentre gli
investitori hanno già metabolizzato l’ipotesi che la Federal Reserve (Fed) da
settembre possa iniziare a rallentare il passo della sua stretta monetaria,
principale fattore ribassista è l’ammissione da parte di Pechino dell’evidente
frenata della sua economia. Fonti ufficiali del Partito comunista hanno
confermato l’impossibilità di raggiungere il target del 5,5% per la crescita del
Pil in Cina quest’anno dopo il 2,5% di espansione registrato nell’intero primo
semestre. La causa ovviamente è la politica di tolleranza zero nella gestione dei
contagi da Covid-19.

La Borsa di New York ha chiuso la seduta in rialzo con gli investitori sempre
più convinti che l’ultimo dato sul Pil convincerà la Fed ad utilizzare una politica
di rialzo dei tassi meno aggressiva. Il Dow Jones ha guadagnato l’1,06%, l’S&P
500 l’ 1,20%, mentre il Nasdaq Composite l’1,05 %. Tra i titoli in evidenza
Ford Motor +6,10%, che ha annunciato una trimestrale superiore alle attese.

Nel secondo trimestre l’utile per azione adjusted si è attestato a USD 0,68 su
ricavi per USD 37,91 mld. Meta Platforms -5,22%, la holding di Facebook, ha
comunicato risultati per il secondo trimestre segnati dal primo declino delle
vendite di sempre e dalla terza contrazione consecutiva dell’utile. Nei tre mesi i
profitti netti sono crollati del 36% annuo a USD 6,69 mld, pari a USD 2,46 per
azione, contro i USD 2,54 del consensus. I ricavi sono calati da USD 29,1 mld a
USD 28,8 mld contro i USD 28,9 mld stimati. E la frenata non sembra destinata
a finire, infatti per il terzo trimestre la guidance è di USD 26 mld – USD 28,5
mld di ricavi, contro i USD 30,4 mld del consensus.


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