I commenti di Carmignac, abrdn, Gobal X e Amundi a seguito del meeting FED
Kevin Thozet, membro del Comitato Investimenti di Carmignac:

Lo scenario “goldilocks” è in pieno atto. L’economia statunitense viaggia al 3%* e sembra confermata la narrazione della disinflazione perfetta, che procede a un ritmo più rapido del previsto: la combinazione dei flussi migratori e l’allentamento dei colli di bottiglia hanno favorito il lato dell’offerta. Mentre la deflazione in Cina ha contribuito dal lato della domanda.
Il PCE core (l’indice dei prezzi per la spesa per i consumi personali) e i salari sono in linea con il target del 2% della Fed. Il che significa che ci sono tutti presupposti per iniziare ad adottare una politica più accomodante, se necessario, dato che gli attuali tassi di policy sono ben al di sopra del livello di neutralità.
Powell vorrà probabilmente evitare di diventare un market mover. La Fed sta ridimensionando la probabilità di un taglio a marzo. Si atterrà invece a un piano che si basa sulla dipendenza dagli indicatori economici. Prima della prossima riunione di marzo sono infatti ancora attesi due dati sull’inflazione e due pubblicazioni sui Non-Farm Payrolls.
Nel prosieguo dell’anno, ci si chiederà fino a che punto e con quale velocità la Fed potrà procedere con i tagli dei tassi. I cambiamenti nelle dinamiche dell’offerta di lavoro, con l’immigrazione che diventa un tema elettorale, l’impatto della geopolitica sulle materie prime, la possibilità di misure di sostegno più consistenti in Cina e i tassi più bassi alimentano intrinsecamente condizioni finanziarie più facili, che a loro volta alimentano sia la crescita economica che l’inflazione. Ma per ora, l’atterraggio morbido dell’economia statunitense è una realtà che molti avevano scartato.
*in base all’indicatore della Fed di Atlanta – GDPNow
James McCann, vicecapo economista di abrdn:

“Le dichiarazioni della Fed hanno confermato che la banca centrale non sta più considerando attivamente ulteriori rialzi, confermando ciò che il mercato sapeva già da diversi mesi.
Tuttavia, il FOMC non sembra avere fretta di tagliare i tassi, e avverte che prima di allentare la politica monetaria sarà necessario raggiungere un maggiore livello di fiducia nella possibilità di un ritorno dell’inflazione verso l’obiettivo. Una delusione per coloro che sul mercato scommettono su un primo taglio a marzo.
Ad ogni modo, la porta non è del tutto chiusa a una rapida svolta nella politica monetaria, poiché la FED ha segnalato che, nel caso in cui i dati economici iniziassero a deteriorarsi, si potrebbe ricorrere a un aggiustamento in tempi brevi”.
Jon Maier, CIO di Global X:
Riflettendo sulla dichiarazione della Fed, l’enfasi posta sulla necessità di una “maggiore fiducia nel fatto che l’inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso il basso” suona come un tono leggermente da falco.

Questa frase sembra aver generato un ritorno alla realtà per i mercati, che probabilmente sono stati troppo frettolosi nel prezzare un taglio dei tassi a marzo.
È un chiaro segnale che la Fed non è ancora pronta a dichiarare “missione compiuta”. Di conseguenza, ora i mercati stanno rivalutando la tempistica del taglio dei tassi, spingendo le aspettative più in là di quanto fatto inizialmente.
Il comunicato menziona esplicitamente che una riduzione dei tassi di riferimento sarà presa in considerazione solo quando ci sarà maggiore fiducia che l’inflazione si stia muovendo verso l’obiettivo del 2%. Questa posizione suggerisce un certo grado di cautela, indicando che i tagli dei tassi sono sì all’orizzonte, ma non imminenti.
A sostegno di ciò, il rapporto sull’occupazione ADP Payroll ha indicato che il mercato del lavoro si sta indebolendo, ma anche i salari. Le aziende private hanno aggiunto solo 107mila nuovi lavoratori a gennaio, un numero inferiore alle aspettative del mercato, ma che comunque ha rivelato un mercato del lavoro ancora in espansione.
Jonathan DUENSING, Head of Fixed Income, Amundi US

Il FOMC ha mantenuto l’intervallo obiettivo per il tasso dei Federal Funds al 5,25-5,50% per la quarta riunione consecutiva (l’ultimo rialzo dei tassi di interesse è avvenuto a luglio 2023).
Come previsto, la Fed ha rivisto al ribasso la propria posizione politica, passando a una posizione neutrale e omettendo il riferimento alla “policy firming” nel comunicato della riunione. Il tasso terminale è stato raggiunto.
La Fed ha eliminato il rischio di un inasprimento delle condizioni finanziarie e creditizie sull’economia. Ciò è avvenuto in parte in riconoscimento dell’allentamento delle condizioni finanziarie dal novembre 2023. Ma permangono le preoccupazioni per l’impatto a lungo termine di un inasprimento delle condizioni di credito.
La FED ha introdotto un nuovo linguaggio in cui afferma che non prevede di ridurre il tasso target fino a quando non avrà acquisito maggiore fiducia nel fatto che l’inflazione si stia muovendo in modo duraturo verso il 2%. Le letture del PCE core annualizzato di 3 e 6 mesi, vicine al 2%, non sono ancora una prova sufficiente per il FOMC che l’inflazione sia tornata in modo duraturo verso l’obiettivo di lungo termine.
Durante la conferenza stampa, il presidente Powell è stato più misurato rispetto alla conferenza stampa di dicembre. Ha comunicato che, per avviare il ciclo di allentamento, la Fed dovrà essere certa che l’inflazione stia rallentando in generale e non si concentri solo sulla disinflazione registrata nei prezzi dei beni di consumo.
Si è discusso in via preliminare del bilancio della Fed e del suo esaurimento (Quantitative Tightening). Ma una discussione più formale è attesa per la riunione di marzo… per continuare.
Sebbene i membri della Fed non abbiano esplicitamente escluso un taglio dei tassi a marzo, il comunicato della riunione e la conferenza stampa suggeriscono che ci sono ancora molti ostacoli per un taglio dei tassi a marzo.
Implicazioni per i mercati finanziari: ci aspettiamo una certa volatilità dei mercati, in quanto gli investitori sono alle prese con la funzione di reazione della politica della Fed, le incertezze economiche di fine ciclo e il percorso dell’inflazione.
Mantenere un orientamento alla qualità più elevata nei portafogli con esposizioni selettive al mercato del credito, dove le valutazioni offrono margini di sicurezza più ragionevoli.
Redazione
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