Fed e bond alle prese con un’economia a forma di K. L’attuale contesto Usa giustifica il mantenimento in portafoglio di bond a lunga scadenza. Mohammed Kazmi, Chief Strategist & Senior Portfolio Manager di Union Bancaire Privée (UBP)

La crescita aggregata negli Stati Uniti continua a essere forte, sulla spinta dei titoli legati all’intelligenza artificiale, che stanno spingendo gli investimenti e aumentando la produttività. I consumi restano in una posizione relativamente solida, supportati dagli effetti positivi della ricchezza derivanti dall’aumento dei prezzi azionari e dalla crescita sostenuta dei salari reali. Guardando al 2026, si prevede che la crescita rimarrà resiliente, rafforzata da condizioni finanziarie accomodanti, dai tagli attesi dei tassi, dal sostegno fiscale derivante dalle riforme fiscali di Trump e dal calo delle incertezze legate ai dazi.
Tuttavia, i benefici di questa crescita sono distribuiti in modo diseguale, il che potrebbe spingere la Federal Reserve a continuare ad allentare la politica monetaria verso livelli di tassi più neutrali. Nonostante il mercato del lavoro sia diventato più equilibrato rispetto alla precedente fase di forte tensione, i lavoratori più giovani sono stati colpiti in modo sproporzionato. La disoccupazione giovanile (tra i 20 e i 24 anni) è salita al 9,2%, rispetto al 5,5% di due anni fa. Questa tendenza riflette l’impatto della transizione guidata dall’IA, poiché le aziende danno priorità ai guadagni di efficienza rispetto a nuove assunzioni.
Un mercato del lavoro fiacco
Sebbene la crescita dei salari reali rimanga complessivamente positiva, il quartile di reddito più basso non ha beneficiato di questi miglioramenti. Secondo i dati della Federal Reserve di Atlanta, la crescita dei salari nominali per questo gruppo è rimasta stagnante, traducendosi in significativi cali dei salari reali dopo l’ondata inflazionistica scatenata dalla pandemia. Al contrario, il quartile di reddito più elevato ha registrato una crescita nominale a due cifre dei salari, sostenendo i consumi aggregati ma aggravando le disuguaglianze di reddito.
È importante notare che il mandato della Fed è incentrato su inflazione e occupazione, non sulla crescita. Di conseguenza, anche se il PIL cresce vicino al suo potenziale, un indebolimento del mercato del lavoro – in particolare tra i lavoratori a basso reddito e i più giovani – potrebbe spingere la Fed ad allentare ulteriormente la propria politica monetaria. Il presidente della Fed di New York, John Williams, ha recentemente messo in evidenza le difficoltà finanziarie affrontate dalle famiglie a più basso reddito, contrapponendo le loro fatiche ai guadagni di coloro che beneficiano del boom del mercato azionario. Per Williams questa divergenza può deprimere la fiducia e i consumi tra chi vive “di stipendio in stipendio”.
Inoltre, la Fed ha in passato riconosciuto che nelle decisioni di politica monetaria tiene in considerazione la crescita delle disuguaglianze, e l’ex presidente Janet Yellen ha sottolineato l’importanza di affrontare le disparità di reddito e di ricchezza. Concludiamo quindi che questo contesto giustifichi il mantenimento di una certa esposizione alla duration nei portafogli obbligazionari, poiché la Fed si concentrerà sul sostegno al mercato del lavoro nonostante i solidi dati di crescita complessiva. Ciò dovrebbe essere accompagnato da esposizione al credito e da un focus su quelle che definiremmo aree di “reddito di qualità”, come le obbligazioni BB, gli AT1 e i CLO, che offrono un reddito superiore rispetto all’investment grade tradizionale.
Redazione
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