Le previsioni in vista della riunione del FOMC del 2 novembre a cura di La Française AM, Carmignac e SPDR ETFs
“Il FOMC aumenterà i tassi di 75 punti base, portandoli a un range di 3,75%-4,00%”, commenta François Rimeu, senior strategist, La Française AM.
“Il presidente Powell non dovrebbe fornire indicazioni sull’entità del rialzo a dicembre per mantenere aperte tutte le opzioni prima del rapporto sull’inflazione statunitense di ottobre. Le decisioni sul ritmo dei rialzi dovrebbero continuare a dipendere dai dati in arrivo e dall’evoluzione delle prospettive.
Powell non dovrebbe escludere tassi terminali maggiori per combattere l’inflazione. Tuttavia, alla luce dei recenti commenti della Fed e del fatto che i tassi sui federal fund si muovono in territorio restrittivo, la banca centrale potrebbe considerare rialzi dei tassi meno aggressivi in futuro, al fine di valutare gli effetti cumulativi degli interventi messi in campo sull’attività economica e sull’inflazione.
Powell discuterà della liquidità dei titoli di Stato durante la conferenza stampa, tenuto conto del potenziale programma di buyback sostenuto dal Segretario al Tesoro Janet Yellen
Nel complesso, riteniamo che la Fed manterrà la sua politica restrittiva fino a quando le pressioni inflazionistiche non rallenteranno in modo evidente. Tuttavia, ci aspettiamo che il Presidente Powell decida per un inasprimento più graduale invece di anticipare i rialzi dei tassi. Questa riunione potrebbe portare anche a un modesto irrigidimento della curva dei tassi d’interesse statunitensi.”
Gergely Majoros, membro dell’Investment Committee di Carmignac, aggiunge:
“Sebbene la riunione di questa settimana si preannunci molto aggressiva (un aumento dei tassi di 75 punti base è altamente probabile), la vera incognita per i mercati è se la Fed accennerà a una decelerazione nel ritmo dei rialzi dei tassi a partire da dicembre.
Dopo un recente articolo del Wall Street Journal secondo cui il FOMC starebbe discutendo un rallentamento, i mercati obbligazionari hanno rapidamente riadattato le aspettative per dicembre, valutando ora una probabilità inferiore al 50% di un rialzo di 75 bps.
Il rendimento dei Treasury decennali, il principale parametro di riferimento per i mercati finanziari, ha invertito la rotta dal 4,3% nello stesso momento in cui il tasso terminale ipotizzato dal mercato ha raggiunto il 5%. Qualsiasi accenno alla conferma di un atteggiamento meno falco darebbe un ulteriore impulso ai mercati finanziari.
C’è inoltre da aspettarsi che i fattori fondamentali raggiungano presto un punto di inflessione. L’inflazione dovrebbe iniziare a diminuire in modo significativo, soprattutto a causa degli effetti base. E il mercato del lavoro, anche se ancora molto teso, ha iniziato a rallentare. Ciò giustifica una decelerazione dell’attuale ritmo di rialzi o addirittura una pausa nel 2023, al fine di valutare l’impatto ritardato del ciclo di rialzi sull’economia.
Per tutti questi motivi, i principali fattori che attualmente guidano i mercati dei tassi, ossia i timori per l’inflazione e l’aggressivo inasprimento da parte delle banche centrali, potrebbero essere presto sostituiti dai timori di una recessione, esercitando ulteriori pressioni al ribasso sui tassi.
Inoltre, poiché l’attuale volatilità dei tassi è considerata anche uno dei principali motori per gli asset rischiosi, come i mercati azionari e del credito, un ulteriore rally dei mercati dei tassi sosterrebbe la loro recente ripresa e aumenterebbe la probabilità dell’effetto di “stagionalità” positivo a fine anno.
Se si considera una prospettiva più a lungo termine, in contrasto con la retorica da falco degli ultimi mesi, il dibattito del FOMC riportato dal Wall Street Journal e i messaggi meno hawkish di Christine Lagarde all’ultima riunione della BCE segnalano in modo abbastanza chiaro che le banche centrali vogliono evitare di esercitare troppa pressione sull’economia e sui mercati finanziari. In breve, la lotta all’inflazione non sarà così aggressiva come annunciato. E, quindi, durerà più a lungo.”
Jason Simpson, SPDR ETF (State Street Global Advisors), conclude:
“Sembra probabile che mercoledì il FOMC approvi un altro rialzo dei tassi di 75 punti base, portando il livello minimo al 3,75%. Il mercato già stima un inasprimento di 75 pb, quindi qualsiasi variazione sarebbe una sorpresa significativa.
La domanda più importante per il mercato è in che misura la Fed ammorbidirà (o meno) la propria retorica. Gli investitori attendono con ansia il momento in cui la Fed cambierà rotta. E riconoscerà che, sebbene i tassi devono ancora aumentare, il grosso del lavoro è stato già fatto.
Al momento questo scenario sembra improbabile: il CPI nominale si è un po’ attenuato, ma rimangono notevoli dubbi sulla velocità con cui calerà, anche perché il CPI core continua a salire. Inoltre, la crescita, pur essendo stata negativa nel primo semestre, è rimbalzata nel terzo trimestre con un aumento del 2,6% su base annua. È probabile che il FOMC voglia attendere un picco netto dell’inflazione e una traiettoria di crescita sottostante più debole prima segnalare un allentamento del ritmo di inasprimento.
Ciò potrebbe deludere leggermente i mercati dei Treasury e delle azioni, in quanto molti mercati si aspettano un approccio più sfumato dopo il leggero ammorbidimento dei toni da parte della BCE della scorsa settimana.
Tuttavia, dovrebbe sostenere il dollaro e continuare a scoraggiare i ribassisti del dollaro che hanno scommesso sul calo della moneta per tutto l’anno.”
Redazione
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