È considerata la ricerca più importante sulla finanza comportamentale mai realizzata in Italia. “Finanza comportamentale: dalla teoria alla pratica”, presentata all’annuale meeting di Efpa Italia, la fondazione che certifica la competenza dei consulenti finanziari, ha realizzato un’indagine sulla conoscenza di questa tecnica, sia interpellando i consulenti, sia i loro clienti.

Sono stati contattati 5.390 professionisti e 9.160 investitori, ai quali è stato chiesto se hanno una conoscenza della finanza comportamentale e, nel caso, come viene usata al momento della scelta degli investimenti. I risultati sono certamente interessanti, anche se si nota che su questo tema deve essere fatta ancora molta strada, soprattutto sul piano dell’utilizzo pratico.

Ad approfondire i numeri e soprattutto gli stimoli che escono dall’indagine commissionata da Efpa Italia è Nicola Ronchetti, fondatore e amministratore delegato di Finer, che ne è l’autore e che ha oltre 30 anni di esperienza nel settore delle ricerche finanziarie.

Iniziamo con una premessa: quanto è importante la finanza comportamentale per i professionisti?

«La finanza comportamentale è una teoria che ormai è utilizzata da diversi anni e i premi Nobel che sono stati assegnati su questa materia, prima a Daniel Kahneman nel 2002, poi a Richard Thaler nel 2017, hanno testimoniato che esiste una modalità di gestione del proprio denaro che non è razionale. In particolare, chi riesce a conoscere e a gestire un patrimonio applicando i principi di questa teoria trae benefici molto importanti. Quando, alcuni anni fa, Kahneman fu invitato alla convention di Banca Mediolanum, Ennio Doris, uno dei padri fondatori della consulenza finanziaria in Italia, disse: “Lei sulla finanza comportamentale ci ha vinto un premio Nobel, io ci ho fondato un’azienda”. Su questa base, è chiaro che i consulenti finanziari sono coloro che la utilizzano e la conoscono in misura maggiore rispetto al mondo dei bancari». 

Lei ha fatto una ricerca su vasta scala sull’uso della finanza comportamentale da parte di consulenti e banker.

«Sì e se esaminiamo i numeri della nostra ricerca vediamo che il 66% dei consulenti intervistati afferma di conoscere i principi della finanza comportamentale e le percentuali più alte si registrano tra coloro che hanno la certificazione Efpa: sono chiaramente i professionisti che investono di più sul proprio lavoro, sulla propria cultura, sulla propria istruzione. Inoltre, risultano mediamente a buoni livelli di conoscenza anche gli advisor più istruiti, quelli che hanno portafogli al di sopra della media e coloro che operano nelle aree dov’è concentrata maggiore ricchezza, ossia il Nord Italia».

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Redazione

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