Vanno selezionati titoli di aziende tecnologiche i cui ordini sono rimasti solidi e invariati seppure le valutazioni siano crollate. Intervista ad Antonio De Negri, founder & ceo di Cirdan Capital

Dopo le perdite accumulate negli ultimi mesi, credete che i titoli tecnologici Usa abbiano scontato l’effetto negativo derivante dalla nuova politica monetaria della Fed?

Gli ultimi mesi hanno portato ad una significativa flessione sui titoli tecnologici e questo è dovuto a due fattori: primo, l’aggressiva politica della FED e, secondo, il recente timore di rallentamento dei consumi paventato da alcuni dati macroeconomici e da alcuni dati di aziende retail. Non vi è dubbio che questa volta la Fed agirà. Con determinazione. Costi quello che costi, anche se si deve arrivare ad una recessione. Ma l’inflazione, che negli USA è nella mente dei piccoli business commerciali e che è pervasiva, va fermata. Anche se fosse necessario portare i tassi al 4%. Democratici e Repubblicani sono concordi sul fatto di evitare sacche di povertà generate dall’inflazione che a livelli intorno al 10% potrebbe portare a tensioni sociali.

Anche se si perde l’opportunità di diluire il debito pubblico. Il dollaro è forte e un debito enorme non spaventa in una fase in cui non ci sono competitors sulla valuta di riferimento. Jerome Hayden “JPow” Powell è un seguace della dottrina di Paul Volcker, l’uomo simbolo della sconfitta dell’inflazione. Il suo motto è “No pain no gain”, non esiste guadagno senza dolore, ovvero sacrificare il breve termine, e portare in recessione, per un benessere nel lungo termine dove si controlla l’inflazione. Alzerà i tassi con decisione, vista anche la piena occupazione, fino a quando non controllerà l’inflazione. Il mercato lo sa: e i titoli lo hanno quasi già scontato del tutto.

 

Antonio De Negri

Molte società tecnologiche hanno approfittato dei tassi bassi per aumentare i livelli di indebitamento. Credete che tali livelli siano sostenibili nel medio termine o rappresentino un fattore di rischio importante per l’asset class?

 I tassi alti impatteranno sulle aziende molto a leva. A tale proposito l’eccessivo indebitamento delle società “growth”, ovvero quelle che non distribuiscono dividendo, e che hanno un utilizzo significativo del debito per investire e crescere, saranno impattate. Non vi è alcun dubbio. Il mercato ora vuole investire in aziende più solide ed è cambiato.

Alla strategia “spotlight”, tipica delle Tech-Companies, ovvero di potenziale riflesso, si preferisce una strategia di investimento basata sul concetto di “foundational”, ovvero solido e strutturale, per riferirsi ad aziende che hanno business solidi, legati a consumi stabili o ad interlocking strutturali nella catena del valore produttivo.  Di solito meno impattate dal rialzo dei tassi.

In questo senso di ritorno all’industriale verranno preferite aziende solide come BAE System o Arcelor Mittal oppure aziende finanziarie e assicurative globali che beneficeranno del nuovo regime dei tassi come BNP Paribas o Prudential. Oppure ancora società con ricavi stabilizzati da servizi di outsourcing o di sviluppo software ERP come Capgemini. Ma anche gli energetici come Shell o Retokil. Ma fuggire ora da tutto il tech non ha senso, anzi. Ci sono grandi opportunità. I livelli di Price/Earning sono tornati nelle medie storiche. E le valutazioni sul Tech (del SP500) ora sembrano di nuovo attrattive. Ci aspettiamo a breve una fase di recupero dai minimi dopo l’overshooting sul dollaro e il nuovo miglioramento delle condizioni sul credito. I nuovi ordinativi e il portafoglio ordini di molte aziende tecnologiche sono rimasti solidi e invariati seppure le valutazioni siano crollate in alcuni casi del 40%. Siamo tornati ad essere positivi anche se selettivi in questo segmento dove tutti sono venditori.

 


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Rocki Gialanella

Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.