Francia, in attesa della review del rating prevista per oggi, Scope Ratings analizza lo stato di salute del paese, quello del sistema bancario e la stabilità finanziaria alla luce dei recenti sconvolgimenti politici

Il crollo del governo francese – il secondo in meno di un anno – ha avuto un impatto negativo sul rating della Francia (AA-/Stabile).
La perdita del voto di fiducia in parlamento da parte del primo ministro François Bayrou ha aggravato l’instabilità politica del Paese e le relative difficoltà di credito, dato l’elevato deficit di bilancio (5,8% del PIL nel 2024) e la traiettoria di aumento del debito. Il rapporto debito/PIL è destinato a continuare ad aumentare fino a superare il 120% nei prossimi anni, rispetto al 113% del PIL nel 2024, che era già superiore di 15 punti percentuali rispetto al 2020.
Il rapporto debito/PIL dovrebbe continuare ad aumentare fino a superare il 120% nei prossimi anni, rispetto al 113% del PIL nel 2024, che era superiore di 15 punti percentuali rispetto al 2019.
Il panorama politico frammentato, l’acuirsi della polarizzazione politica e il calendario elettorale ostacolano il raggiungimento di un compromesso politico sulle riforme di bilancio, aumentando il rischio di una situazione di stallo politico e di un indebolimento delle finanze pubbliche nel medio termine.
Rischio sulla redditività: dopo un 2023-2024 in ritardo rispetto ai peer europei, le banche francesi hanno beneficiato di nuova produzione di prestiti a rendimenti più alti dal secondo semestre 2024, rafforzando i ricavi retail e corporate. Una crisi politica prolungata potrebbe però frenare famiglie e imprese nell’indebitamento, riducendo la crescita dei prestiti.
Costi di raccolta: i maggiori istituti presentano una struttura di funding diversificata (depositi, covered bond, debito senior preferito e non preferito). Sebbene i covered bond si mostrino meno sensibili agli spread sovrani e gran parte del fabbisogno 2025 sia già coperto, un ampliamento persistente dei differenziali inciderebbe sui costi all’ingrosso, particolarmente rilevante dato che le banche francesi sono i maggiori emittenti di debito wholesale nell’UE.
Volatilità del capitale: le esposizioni ai titoli di Stato francesi, comprese tra 40 e 100 miliardi di euro per singolo istituto, potrebbero generare oscillazioni nei ratio CET1 in caso di persistenza della volatilità. BNP Paribas (target CET1 al 12,5%) e Société Générale (13,5%) risultano più esposte rispetto a Crédit Agricole e BPCE (oltre il 15%).
Redazione
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