Attese le vendite all’ingrosso negli Stati Uniti, dopo le importazioni, le esportazioni e la bilancia commerciale della Cina. La BoJ pubblicherà i verbali della riunione di marzo. Aggiornamento sui mercati a cura di UniCredit
L’agenda macro di oggi, lunedì 9 maggio, si presenta povero di dati, Si
aspettano, infatti, solo le vendite all’ingrosso negli Stati Uniti, dopo le
importazioni, le esportazioni e la bilancia commerciale della Cina. La BoJ
pubblicherà i verbali della riunione di marzo. A livello societario, in agenda la
trimestrale di Bper Banca. La settimana che prende il via oggi prevede la
pubblicazione di pochi dati macro di rilievo, ma sarà densa di discorsi di banchieri centrali sia della BCE (tra cui anche la Lagarde) sia della Fed.
Sul versante europeo, secondo quanto comunicato da Direction générale des
Douanes et Droits (le Dogane di Parigi), in marzo il deficit della bilancia
commerciale della Francia è salito a EUR 12,4 mld, dai 10,4 mld della lettura
finale di febbraio (8,0 mld in gennaio), contro i 6,1 mld del marzo 2021. Le
esportazioni sono scese a 45,7 mld dai 45,8 mld precedenti (47,6 mld in
gennaio). Le importazioni sono invece aumentate a 58,1 mld dai 56,1 mld di
febbraio (55,6 mld in dicembre e gennaio).
Sul fronte asiatico, secondo quanto reso noto dal ministero nipponico di Salute,
Lavoro e Welfare di Tokyo, in marzo i salari medi totali sono cresciuti in
Giappone dell’1,2% annuo come in febbraio (1,1% il rialzo di gennaio). I salari
reali sono invece calati dello 0,2% annuo dopo la lettura invariata di febbraio
(0,5% il progresso di gennaio). Inoltre, secondo quanto comunicato dalla General
Administration of Customs (l’autorità delle dogane di Pechino), in aprile le
esportazioni dalla Cina, calcolate in dollari, hanno registrato una crescita del
3,9% annuo, in decisa frenata rispetto al rimbalzo del 14,7% di marzo (16,3%
nei primi due mesi dell’anno, abitualmente accorpati visto che comprendono le
lunghe festività del Capodanno lunare). La lettura è in linea con il consensus. Le
importazioni sono invece rimaste invariate, contro la precedente flessione dello
0,1% annuo (15,5% il netto incremento di gennaio-febbraio) e il declino del
3,0% atteso dagli economisti.
Il cross euro/dollaro vale 1,0506 in calo di 0,41%, mentre il cambio euro/yen si
attesta su 137,79, in rialzo dello 0,01% e il cambio usd/jpy scambia a 131,02 in
rialzo di 0,35%.
Derivati sul greggio negativi stamane. Il futures sul Brent perde lo 0,45% a
USD 111,88 il barile, mentre WTI Usa scende dello 0,95% a USD 108,73.
Il cross euro/dollaro vale 1,0506 in calo di 0,41%, mentre il cambio euro/yen si
attesta su 137,79, in rialzo dello 0,01% e il cambio usd/jpy scambia a 131,02 in
rialzo di 0,35%.
Derivati sul greggio negativi stamane. Il futures sul Brent perde lo 0,45% a
USD 111,88 il barile, mentre WTI Usa scende dello 0,95% a USD 108,73.
Apertura negativa per le borse europee, con Piazza Affari che perde circa
mezzo punto percentuale. Male i titoli bancari. Male, anche, Diasorin, Telecom
Italia, Interpump, Azimut e Nexi. In rialzo, invece, Leonardo, Saipem, Tenaris,
Hera e A2A.
Azionariato asiatico negativo stamane con il Nikkei 225 della borsa di Tokyo
in ribasso del 2,53%, Hong Kong scende del 3,81%, Shanghai sale dello
0,09%, Seoul scende dell’1,27% mentre Sidney perde l’1,18%. Dopo una
chiusura d’ottava in negativo per Wall Street , con l’inizio della nuova settimana
sui mercati asiatici la tendenza ribassista viene confermata. Senza dimenticare
l’impatto della guerra in Ucraina (e delle relative sanzioni imposte alla Russia)
sui prezzi globali dell’energia, i due principali fattori ribassisti rimangono Cina e
Federal Reserve (Fed). Non accennano ad allentarsi i lockdown che riguardano
metropoli come Shanghai e il timore per un impatto sulla ripresa economica
globale della politica di tolleranza zero di Pechino sul Covid-19 continua a
condizionare i mercati. Così come non si allontanano le preoccupazioni per il
fatto che la stretta monetaria della Fed possa alla fine innescare una
recessione. E il risultato è una flessione superiore all’1% per l’indice Msci AsiaPacific, Giappone escluso.
La Borsa di New York ha chiuso la seduta in ribasso. Il Dow Jones ha perso lo
0,30%, l’S&P 500 lo 0,57%, mentre il Nasdaq Composite è sceso dell’1,35%.
Wall Street ancora penalizzata dai dubbi sulla capacità della Federal Reserve
(Fed) d’intervenire sull’inflazione senza innescare una recessione. Nonostante le
rassicurazioni del chairman Jerome Powell, per altro, secondo il FedWatch Tool
di Cme Group sono salite all’89,3% le aspettative per un rialzo dei tassi Usa di
75 bps nel meeting di giugno del Federal Open Market Committee (Fomc).
Tra i titoli in evidenza Under Armour -23,93%. Il rivenditore di abbigliamento e
accessori ha pubblicato una trimestrale inferiore alle attese ed ha fornito una
guidance deludente.
Redazione
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