Apertura negativa per le borse europee. Attesi negli USA i dati sulle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione, le scorte di petrolio greggio, la bilancia delle partite correnti e i risultati dello stress test condotto dalla Fed sulle banche. Aggiornamento sui mercati a cura di UniCredit

 

L’agenda macro di oggi, giovedì 23 giugno, prevede la lettura dell’indice PMI
manifatturiero per la Francia, la Germania, L’Eurozona e la Gran Bretagna. Nel
pomeriggio saranno resi noti numerosi dati rilevanti per il fronte statunitense,
come le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione, le scorte di petrolio greggio,
la bilancia delle partite correnti e i risultati dello stress test condotto dalla Fed
sulle banche.

Sul versante europeo, secondo quanto comunicato dall’Institut national de la
statistique et des études économiques (Insee, l’ente nazionale di statistica di
Parigi), in giugno l’indice della fiducia delle aziende è salito in Francia a 108
pts dai 106 pts di maggio (108 pts era stata anche la lettura relativa ad aprile),
contro il declino a 105 pts del consensus. L’indice è elaborato attraverso
un’indagine condotta tra circa 4.000 imprenditori francesi di un’ampia gamma di
settori.

Sul versante asiatico, il Purchasing Manufacturers’ Index (Pmi) dei servizi del
Giappone, stilato da S&P Global in collaborazione con Jibun Bank, è salito in
giugno su base preliminare a 54,2 pts dai 52,6 pts della lettura finale di maggio
(50,7 pts in aprile), confermandosi per il terzo mese sopra la soglia di 50 pts che
separa espansione da contrazione. Il Pmi Composite, che combina l’indice dei
servizi con quello del manifatturiero, è invece cresciuto a 53,2 pts dai 52,3 pts
precedenti (51,1 pts in aprile). Inoltre, secondo quanto reso noto su base
preliminare da Bank of Korea, in maggio i prezzi alla produzione sono cresciuti
in Corea del Sud del 9,7% annuo, come in aprile (9,0% in marzo). Su base
sequenziale l’indice è invece salito dello 0,5% contro l’1,6% della lettura finale di
aprile (1,5% in marzo).

Da oltreoceano, secondo quanto comunicato da Statistics Canada (l’ente
nazionale di statistica di Ottawa), in maggio il tasso d’inflazione è salito in
Canada al 7,7% annuo dal 6,8% di aprile (6,7% in marzo). Il dato, superiore al
7,4% del consensus, vola sui massimi dal 1983. Su base sequenziale l’indice dei
prezzi al consumo è invece cresciuto dell’1,4% contro lo 0,6% precedente (1,4%
era stata anche la lettura relativa a marzo) e l’1,0% stimato dagli economisti.

Il cross euro/dollaro vale 1,0575 in rialzo di 0,04%, mentre il cambio euro/yen si
attesta su 143,62 in calo dello 0,53% e il cambio usd/jpy scambia a 135,46 in
calo di 0,59%.

Derivati sul greggio in ribasso stamane. Il futures sul Brent perde lo 0,93% a
USD 110,70 il barile, mentre WTI Usa scende dell’1,69% a USD 104,40.

Stamane il Bund future ha aperto a 144,85 il Btp future a 120,18. Lo spread
Btp/Bund riparte da 203 pts, con il rendimento del nostro Btp decennale al
3,683%.

Apertura negativa per le borse europee, con Piazza Affari che perde circa un
punto percentuale. Negativi i titoli bancari. In ribasso, anche, Saipem, Eni,
Leonardo, CNH Industrial e Telecom Italia.

Azionariato asiatico complessivamente positivo stamane con il Nikkei 225
della borsa di Tokyo in rialzo dello 0,08%, Hong Kong dell’1,41%, Shanghai
dell’1,62%, Seoul in ribasso dell’1,22%, mentre Sidney ha guadagnato lo
0,31%. Dopo una seduta di moderato arretramento per Wall Street, alla
riapertura degli scambi sui mercati asiatici la tendenza è stata più contrastata
ma alla fine ha virato in positivo. Sullo sfondo rimangono i timori per una
recessione che si riflettono sui corsi delle materie prime. Perde terreno il
petrolio ma le prospettive di una contrazione della domanda deprimono anche
i prezzi di metalli industriali come rame e iron ore (deprezzatosi quest’ultimo di
oltre il 20% nelle ultime settimane). Ottimismo nel settore tecnologico in
Cina, dopo che il presidente Xi Jinping ha partecipato mercoledì ad un incontro
di alto livello in cui è stato approvato un piano per l’ulteriore sviluppo delle
grandi società di pagamento cinesi e del settore fintech in genere.

La Borsa di New York ha chiuso la seduta in leggero ribasso dopo il rally di
martedì. Il Dow Jones ha perso lo 0,05%, l’S&P 500 lo 0,03%, mentre il
Nasdaq Composite è sceso dello 0,01%.

Il numero uno della Fed, Jerome Powell, in un’audizione al Congresso, ha detto
che la banca centrale è fortemente determinata a ridurre l’inflazione (che ha
raggiunto il livello più alto degli ultimi 40 anni). Powell ha aggiunto che il ritmo
dei prossimi rialzi dei tassi continuerà a dipendere dagli indicatori e
dall’evoluzione delle prospettive economiche.

Forti vendite sul comparto energetico in scia al crollo del petrolio. Tra i titoli in
evidenza Revlon +32,51% dopo il +62% di martedì. Il gruppo dei cosmetici
newyorkesi (che dal 2016 controlla anche Elizabeth Arden), entrato in Chapter
11, si avvantaggia ancora delle indiscrezioni su un possibile interesse
dell’indiana Reliance Industries.


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