Apertura positiva per le borse europee. nel pomeriggio, sul fronte americano verranno pubblicati i dati sulla produzione industriale e sull’indice NAHB (mercato immobiliare). Aggiornamento sui mercati a cura di UniCredit
L’agenda macro di oggi, martedì 18 ottobre, si presenta particolarmente povera
di dati. In mattinata saranno resi disponibili i dati sulla bilancia commerciale
dell’Italia e l’indice Zew (fiducia investitori istituzionali della Germania, mentre
nel pomeriggio, sul fronte americano verranno pubblicati i dati sulla produzione
industriale e sull’indice NAHB (mercato immobiliare).
Sul fronte europeo, le immatricolazioni di auto nell’Unione europea più i paesi
Efta e Regno Unito sono aumentate del 7,9% a 1.049.926 veicoli. Lo ha
annunciato l’associazione dei costruttori di auto europei ACEA. Negativo il
bilancio dei primi 9 mesi del 2022; le immatricolazioni si attestano a 8.271.115
veicoli.
Sul fronte asiatico, secondo quanto comunicato su base preliminare da Bank of
Korea, la massa monetaria M2 di Seoul è salita in agosto del 7,2% annuo,
contro il progresso dell’8,0% di luglio, attestandosi a KRW 3.744.100 mld di won.
Su base mensile, rettificata stagionalmente, la massa monetaria M2 della Corea
del Sud segna invece una crescita dello 0,7% contro lo 0,3% di giugno e luglio.
Inoltre, a sorpresa è stata rinviata la pubblicazione dei dati relativi al Pil della
Cina nel terzo trimestre. L’annuncio è arrivato dal sito dell’Ufficio nazionale di
statistica di Pechino, che non ha specificato il motivo del rinvio né comunicato
una futura data di pubblicazione. Quel che è certo è che il ritardo nella
comunicazione dei cruciali dati macroeconomici coincide con il 20° Congresso
Nazionale del Partito Comunista, in corso a Pechino fino a sabato 22 ottobre.
Evento da cui si prevede che il presidente Xi Jinping esca con un terzo mandato
(nonostante le attuali norme non lo consentano).
Sul fronte oceaniano, secondo quanto comunicato da Statistics New Zealand,
nel terzo trimestre 2022 il tasso d’inflazione scende marginalmente in Nuova
Zelanda al 7,2% annuo dal 7,3% del secondo, quando si era attestato sui
massimi dal 7,6% del secondo trimestre 1990. Il dato si confronta con il 6,6%
del consensus. Su base mensile i prezzi al consumo sono invece cresciuti del
2,2% contro l’1,7% precedente e l’1,6% atteso dagli economisti.
Il cross euro/dollaro vale 0,9856 in rialzo di 0,15%, mentre il cambio euro/yen si
attesta su 146,70 in rialzo dello 0,06% e il cambio usd/jpy scambia a 149,01 in
calo di 0,01%.
Derivati sul greggio in rialzo. Il futures sul Brent guadagna lo 0,53% a USD
92,11 il barile, mentre WTI Usa sale dello 0,61% a USD 85,98.
Stamane il Bund future ha aperto a 136,56 il Btp future a 110,53. Lo spread
Btp/Bund riparte da 242 pts, con il rendimento del nostro Btp decennale al
4,707%.
Apertura positiva per le borse europee, con Piazza Affari che guadagna quasi
due punti percentuale. Positivi i titoli bancari. In rialzo anche Telecom, Diasorin,
Interpump, Amplifon e Ferrari. In ribasso invece Tenaris, Terna e Italgas.
Azionariato asiatico positivo stamane con il Nikkei 225 della borsa di Tokyo
che guadagnal’1,42%, Hong Kong l’1,82%, Shanghai scende dello 0,13%,
Seoul dell’1,36%, e Sidney dell’1,72%. della Federal Reserve (Fed) dalla sua
aggressiva stretta monetaria. Sotto i riflettori il dietrofront operato dal governo
di Londra. Il nuovo chancellor of the Exchequer (ministro delle Finanze) Jeremy
Hunt ha abbandonato la maggior parte del piano economico della premier Liz
Truss che aveva dato il via a un vortice politico alimentato dalle turbolenze del
mercato, con la sterlina che aveva toccato i minimi storici, costringendo la
Bank of England (BoE) a intervenire. La mossa di Hunt ha portato a
un’impennata dei titoli di Stato, della valuta e del mercato azionario in Gran
Bretagna, sostenendo la stessa Wall Street.
La Borsa di New York ha chiuso la prima seduta della settimana in deciso
rialzo sostenuta dalla trimestrale di BofA e dalle notizie provenienti dal Regno
Unito. Il Dow Jones ha guadagnato il 2,83%, l’S&P 500 ha il 2,60%, mentre il
Nasdaq Composite lo 2,31%. Tra gli altri titoli in evidenza Bank of America
+6,09%. Il colosso bancario ha comunicato per il terzo trimestre profitti netti in
declino da USD 7,26 mld, pari a 85 centesimi per azione, a USD 6,58 mld, e 81
centesimi, contro i 77 centesimi del consensus. I ricavi sono invece cresciuti
dell’8% annuo a USD 24,5 mld, contro i USD 23,5 mld del consensus. Le entrate
nette da interessi sono salite da USD 11,1 mld a USD 13,8 mld. Goldman
Sachs Group +2,27%. La banca d’affari unirà le attività di investment banking e
trading all’interno di una più ampia riorganizzazione che vedrà l’accorpamento
dei suoi business principali in tre divisioni. GS fonderà anche asset e wealth
management.
Redazione
La redazione di Fondi & Sicav è un team di esperti e appassionati di finanza, specializzati nell’analisi e nell’approfondimento di fondi comuni, SICAV e strumenti di investimento. Con un approccio chiaro e aggiornato, forniscono contenuti di qualità per guidare i lettori nelle scelte finanziarie più consapevoli.

