La premier Takaichi punta ad attenuare l’impatto dell’aumento dei prezzi con nuove misure economiche. Magdalene Teo, Fixed Income Analyst Asia, Julius Baer

Venerdì scorso, i dati sull’indice dei prezzi al consumo (CPI) di Tokyo, un indicatore anticipatore del CPI nazionale, hanno mostrato che i prezzi al consumo, esclusi i prodotti alimentari freschi, sono aumentati del 2,8% a ottobre rispetto al 2,5% del mese precedente.
Sia il CPI complessivo sia quello core indicano che l’inflazione resta elevata, rafforzando l’ipotesi di un aumento dei tassi a dicembre. Tuttavia, la BoJ utilizza un proprio indicatore dell’inflazione, definito “BoJ core”. Questo indicatore segnala una tendenza al rallentamento dell’inflazione, dovuta principalmente a effetti di base sull’inflazione dei beni, inclusi gli alimentari.
Il governatore della BoJ, Kazuo Ueda, ha osservato che la misura dell’inflazione sottostante elaborata dalla banca mostra che l’inflazione è in linea con le attese e si sta gradualmente avvicinando all’obiettivo del 2%. Alcuni economisti hanno sottolineato che, rimuovendo il bias negativo derivante dagli effetti di base secondo la metodologia della BoJ, l’inflazione avrebbe già superato il 2%.
La BoJ ritiene che, una volta raggiunto il picco dell’inflazione effettiva, il proprio indicatore convergerà verso il 2% con un certo ritardo. In ogni caso, il consenso generale è che le condizioni siano ormai pronte per un aumento dei tassi in qualsiasi momento. Inoltre, il recente e rapido indebolimento dello yen resta motivo di preoccupazione, poiché potrebbe alimentare una percezione di inflazione da costi più elevata.
La premier Takaichi punta ad attenuare l’impatto dell’aumento dei prezzi con nuove misure economiche. Tuttavia, il mercato ha prezzato un aumento dei tassi solo per aprile 2026, per motivi validi. Innanzitutto, e probabilmente la ragione principale, la tempistica di dicembre per la prossima decisione di politica monetaria è troppo vicina all’approvazione del bilancio supplementare, prevista più o meno nello stesso periodo.
Poiché Takaichi sta promuovendo uno stimolo economico basato sulla domanda, annunciare un rialzo dei tassi intorno a quella data sarebbe politicamente delicato e potrebbe essere percepito (almeno in apparenza) come un freno all’efficacia del suo piano di spesa.
In secondo luogo, Ueda ha anche affermato di aver bisogno di più tempo per acquisire certezza sulla solidità del momentum degli aumenti salariali attraverso i prossimi dati. È ancora preoccupato per l’impatto dei dazi statunitensi sull’economia e teme che le imprese possano adottare un atteggiamento prudente sui costi, rinviando gli aumenti salariali per preservare i profitti quest’anno. In ogni caso, la dinamica salariale sarà molto più chiara dopo le trattative salariali di primavera, che si tengono ogni anno a marzo, il che potrebbe rinviare una decisione di rialzo a partire da aprile del prossimo anno.
Lo yen è tornato a rafforzarsi dopo alcuni giorni di perdite, a seguito dei commenti del ministro delle Finanze Katayama e del crescente clima di avversione al rischio sui mercati globali. Katayama ha dichiarato che non vi è stato alcun cambiamento nella posizione del governo in merito al monitoraggio dei movimenti valutari.
Redazione
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