Apertura negativa per le borse europee. Misti i titoli bancari italiani. La Borsa di New York ha chiuso l’ultima seduta della settimana in ribasso. Aggiornamento sui mercati a cura di UniCredit
L’agenda macro di oggi, lunedì 12 dicembre, si presenta particolarmente povera
di spunti. In mattinata sono stati resi disponibili i dati sulla produzione
industriale, sul Pil e sulla produzione manifatturiera della Gran Bretagna.
Sul fronte europeo, secondo quanto comunicato dall’Office for National
Statistics (Ons, l’ente statistico di Londra), in ottobre la produzione industriale è
calata in Gran Bretagna del 2,4% annuo, comunque in ulteriore miglioramento
rispetto al 3,1% di settembre e sopra al declino del 2,8% stimato dagli
economisti. Su base mensile la produzione industriale è invece rimasta invariata
contro il precedente rialzo dello 0,2% e il progresso dello 0,1% del consensus.
Inoltre, sempre secondo quanto comunicato dall’Ons in ottobre il Pil della Gran
Bretagna è salito dello 0,5% sequenziale, contro il declino dello 0,6% di
settembre. Il dato si confronta con la flessione dello 0,1% attesa dagli
economisti. In ottobre la produzione manifatturiera è crollata in Gran Bretagna
del 4,6% annuo, comunque in ulteriore miglioramento rispetto al 5,8% di
settembre e sopra al 5,4% del consensus.
Sul fronte asiatico, secondo quanto comunicato dalla Bank of Japan (BoJ), in
novembre i prezzi alla produzione hanno registrato in Giappone una crescita
del 9,3% annuo contro il 9,1% di ottobre e l’8,9% del consensus. Su base mensile
l’indice è invece salito dello 0,6% come in ottobre, contro lo 0,5% stimato dagli
economisti. Inoltre, frenata per la fiducia dell’industria del Giappone. Per il
quarto trimestre, infatti, il Business Survey Index (Bsi, sondaggio del ministero
delle Finanze nipponico che misura la fiducia delle grandi imprese) relativo al
settore manifatturiero ha segnato un declino a -3,6 pts da 1,7 pts in positivo del
terzo. L’outlook è per un recupero a 1,4 punti nei primi tre mesi del 2023 e a 1,5
pts nel secondo trimestre. Sempre in Giappone, secondo la stima preliminare
della Japan Machine Tool Builders’ Association (Jmtba), in novembre gli ordini di
macchine utensili sono calati del 7,8% annuo, contro il declino del 5,4% della
lettura finale di ottobre.
Il cross euro/dollaro vale 1,0537 in ribasso dello 0,14%, mentre il cambio
euro/yen si attesta su 144,24 in rialzo dello 0,18% e il cambio usd/jpy scambia a
137,04 in rialzo di 0,35%.
Derivati sul greggio in ribasso. Il futures sul Brent scende dello 0,04% a USD
76,07 il barile, mentre WTI Usa in ribasso dello 0,46% a USD 70,69.
Stamane il Bund future ha aperto a 140,60 e il Btp future a 116,64. Lo spread
Btp/Bund riparte da 189 pts, con il rendimento del nostro Btp decennale al
3,812 %.
Apertura negativa per le borse europee, con Piazza Affari che rimane stabile
poco sotto la pari. Misti i titoli bancari. In rialzo Recordati, Campari, Diasorin,
Ferrari e Telecom. In ribasso invece Tenaris, Eni, Saipem, CHN e STM.
Azionariato asiatico negativo stamane con il Nikkei 225 della borsa di Tokyo
che scende dello 0,21%, Hong Kong del 2,20%, Shanghai dello 0,87%, Seoul
sale dello 0,67% e Sidney dello 0,45%. Martedì 13 dicembre verrà pubblicato il
dato relativo all’inflazione Usa di novembre e il giorno successivo toccherà al
Federal Open Market Committee (Fomc, la commissione della Federal Reserve
che si occupa di politiche monetarie) pronunciarsi sui tassi d’interesse.
Nonostante i recenti dati macroeconomici abbiano evidenziato ancora pressioni
sui prezzi è attualmente del 74,7%, la probabilità che la Fed decida
effettivamente di rallentare la sua stretta monetaria passando a un rialzo del
costo del denaro di 50 bps dopo i quattro consecutivi da 75 bps.
La Borsa di New York ha chiuso l’ultima seduta della settimana in ribasso
penalizzata dall’aumento superiore alle attese dei prezzi alla produzione che
potrebbe suggerire alla Fed di mantenere l’attuale ritmo di aumento dei tassi
per frenare l’inflazione. Il Dow Jones ha perso lo 0,90%, mentre l’S&P 500 lo
0,73% e il Nasdaq Composite lo 0,70%. Tra i titoli in evidenza Broadcom
+2,57%. Il produttore di semiconduttori ha comunicato risultati per il quarto
trimestre del suo esercizio segnati da profitti netti in crescita da USD 1,91 mld,
pari a USD 4,45 per azione, a USD 3,31 mld, e USD 7,83. Su base rettificata
l’eps si è attestato a USD 10,45 dollari, contro i USD 10,28 del consensus. Nei
tre mesi allo scorso 30 ottobre i ricavi sono saliti da USD 7,41 a 8,93 mld,
contro gli USD 8,90 mld stimati dagli analisti. Per l’attuale trimestre Broadcom
prevede ricavi intorno a USD 8,90 mld, contro gli USD 8,78 mld del consensus.
Redazione
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