Intervista a Roman Gaiser, Responsabile high yield, EMEA di Columbia Threadneedle Investments

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Quanto valore si può ancora trovare nel mercato delle obbligazioni high yield? Ritiene che i rendimenti e il potenziale apprezzamento dovuto a livelli di spread inferiori siano in grado di compensare il rischio di default?

Roman Gaiser, Columbia Threadneedle Investments

Dopo un 2020 all’insegna di alti e bassi per i mercati europei dei titoli high yield, l’anno appena iniziato si preannuncia più stabile.

I timori di alti livelli di insolvenze societarie si sono rivelati ingiustificati e nel 2020 l’alto rendimento ha registrato una ripresa, ponendo le basi per il 2021. All’inizio della crisi si temeva che fino al 10% delle società europee dell’universo high yield potesse fallire entro un anno.

Tuttavia, le misure di sostegno dei governi sono riuscite a contenere i default con un’efficacia sorprendente, incoraggiando gli investitori a rifinanziare le aziende.

All’inizio del 2021 ci chiediamo in quanto tempo le economie riusciranno a tornare ai livelli del PIL del 2019. Realisticamente, pensiamo che questo sarà un anno di crescita relativamente sostenuta da bassi livelli, ma occorrerà attendere il 2022 per superare i livelli precedenti.

In quali aree geografiche e settori vedete gli emittenti più interessanti da aggiungere ai vostri portafogli? Meglio HY USA o area euro?

In previsione di un continuo stimolo monetario e fiscale e di un persistente ottimismo del mercato grazie all’avvio delle vaccinazioni, quest’anno si preannuncia favorevole per il mercato europeo dell’alto rendimento.

Il contesto di tassi d’interesse bassi o pari a zero ha incentivato gli investitori alla ricerca di rendimento ad acquistare titoli high yield.

Ma si tratta comunque di uno scenario anomalo. I lockdown imposti in tutta Europa hanno causato notevoli contrazioni dell’economia e un forte stress alle aziende cicliche. Pertanto il mercato europeo dell’alto rendimento è cresciuto di circa 100 miliardi di euro, ossia di un quarto, per lo più in seguito al declassamento dei rating di società investment grade divenute “angeli caduti”.

Diverse grandi aziende consolidate e di alta qualità, come Ford e Renault, sono entrate nell’universo high yield e difficilmente il loro rating sarà innalzato nel prossimo futuro.

Il vaccino fa presagire un ritorno alla normalità. Di conseguenza l’ampio universo dell’alto rendimento europeo si distingue come possibile fonte di rendimenti positivi e relativamente stabili.

Secondo le nostre stime, il mercato nel suo complesso potrebbe rendere circa il 3,5%. Questo dato tiene conto di un rendimento corrente di poco superiore al 3%, dell’effetto “roll down” delle obbligazioni emesse in precedenza. E delle inevitabili insolvenze di alcuni emittenti societari. Nonché del potenziale restringimento degli spread alla fine della crisi causata dal Covid-19.

Negli ultimi 12 mesi persino negli Stati Uniti i rendimenti si sono avvicinati inesorabilmente allo zero: il tratto a breve della curva è crollato e il rendimento dei Treasury a dieci anni è sceso sotto l’1%, prima di recuperare parte del terreno perduto sulla scia delle speranze di ampie misure di stimolo nel Paese.


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