Il comparto potrebbe beneficiare anche del potenziale declassamento di società investment grade. Intervista a Jon Mawby, gestore del fondo Pictet-Euro Short Term High Yield di Pictet Asset Management

La qualità complessiva delle obbligazioni high yield è migliorata negli ultimi anni, con circa il 50% che si colloca nel rating BB. Ritenete che questi livelli rendano l’asset class meno rischiosa in caso di recessione?

In questa fase di mercato il comparto high yield rimane interessante, soprattutto nella parte a breve termine europea. Nonostante il massivo rialzo dei tassi di interesse dai minimi storici iniziato lo scorso anno, i tassi di default aziendali restano infatti inferiori alle medie di lungo periodo. I fondamentali societari appaiono nel complesso robusti e adatti a resistere a un eventuale rallentamento. I rendimenti a scadenza sono altamente competitivi rispetto al resto degli strumenti sul mercato. Il comparto high yield potrebbe, inoltre, beneficiare di eventuali declassamenti di aziende investment grade, penalizzate da condizioni finanziarie più rigide in questa fase del ciclo, che aumenterebbero il merito creditizio complessivo dell’asset class.
All’interno del comparto bond, e in particolare per i bond high yield, la componente europea rimane più interessante di quella statunitense. Uno dei migliori contributi in termini assoluti è giunto dall’allocazione core nel segmento a 1-3 anni, con apporti favorevoli anche dalle esposizioni a 0-1 anni. Il mercato sconta ora una direzione più chiara sulla politica monetaria da parte della BCE, mentre sulla curva americana si addensano ancora le scommesse circa la possibilità di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, nonostante il monito dello stesso istituto centrale che, nel 2023, è intenzionato a non effettuare tagli. In un contesto ancora complesso alla lettura, è possibile che gli investitori continuino a puntare su leader di mercato e settori con una ciclicità ridotta, meno sensibili alla compressione dei margini.
Visti gli attuali livelli di rendimento offerti dagli HY bond, quali duration, settori e aree geografiche, tendete a privilegiare all’interno dei vostri portafogli?
Concentrandoci sul comparto high yield a breve termine in euro, restiamo costruttivi su telecomunicazioni, automotive e servizi, prediligendo aziende con rating doppia B e singola B. In generale, grazie al repricing dello scorso anno, i rendimenti all-in si confermano interessanti in molte aree del mercato del credito. Seppure in rialzo rispetto ai minimi storici, i tassi di default restano inferiori alle medie di lungo periodo poiché negli ultimi anni le aziende hanno effettuato rifinanziamenti a tassi bassi e con scadenze lunghe. Tuttavia, di fronte ad attese di crescita modesta, resta cruciale l’analisi dei fondamentali delle società al fine di individuare potenziali segnali di compressione dei margini. In tale contesto resta essenziale concentrarsi sulla selezione attiva dei titoli, evitando gli emittenti non in grado di proteggere i margini. Continuiamo a prediligere obbligazioni di società interessate da eventi come rifinanziamenti e rimborsi, nonché a reinvestire i proventi in titoli che offrono un carry più elevato. Il debito HY europeo a breve termine, infine, vanta tuttora valutazioni allettanti, con rendimenti di breakeven e all-in elevati rispetto al passato.
Rocki Gialanella
Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.

