È vero che le persone che comprano uno strumento finanziario targato Esg sono più felici per il fatto di avere compiuto una scelta etica? E a collocare e acquistare questi prodotti sono investitori e consulenti che sono caratterizzati per età, censo e cultura, oppure si tratta di una scelta trasversale? Partendo da una ricerca su questi argomenti realizzata dall’Università Milano Bicocca, è stato chiesto ad alcuni manager di rispondere su questi temi. E i risultati hanno in parte confermato le attese, ma hanno portato anche qualche sorpresa
È più felice un investitore che ha messo in portafoglio un prodotto che rispetta tutti i criteri Esg? Questa domanda, un po’ provocatoria, era alla base di una ricerca che ha realizzato l’Università di Milano Bicocca in collaborazione con Credem della quale Fondi&Sicav ha pubblicato nell’ultimo numero un ampio stralcio. Purtroppo non è così facile essere felici, però l’indagine, che ha interessato circa un migliaio di persone, tra clienti e consulenti, ha individuato una serie di punti certamente di grande interesse. Innanzitutto il fatto che la scelta di uno strumento Esg in qualche maniera porta il rapporto tra advisor e investitore su un piano abbastanza diverso rispetto alla tradizionale visione strettamente finanziaria che solitamente contraddistingue il dialogo tra le due parti.
I contributi dell’inchiesta
Copernico Sim: la proposta di investire in prodotti Esg a oggi parte dal consulente
Per Banca Generali continua ricerca di investimenti ESG
Banca Widiba: al servizio delle esigenze del cliente
Fideuram ISPB: investire Esg, è un’opportunità non solo etica, ma anche finanziaria
La serenità delle scelte a impatto positivo secondo BNL-BNP Paribas
Redazione
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