I rendimenti dei Treasury raggiungeranno il 6? L’attuale rendimento del Treasury decennale presenta un differenziale troppo basso rispetto alla liquidità. Arif Husain, Head of Global Fixed Income, Chief Investment Officer, Fixed Income, T. Rowe Price

La nostra stima di rendimenti dei Treasury decennali al 6% si basa sulla combinazione di una serie di fattori: il boom dell’offerta di titoli di stato causato dalla mancanza di austerità fiscale, inflazione persistente a causa di potenziali effetti scrivibili ai dazi e non ancora manifesti e rendimenti del decennale Usa solo di poco superiore a quello offerto dalla liquidità (pertanto non in grado di remunerare il rischio insito nel titolo).
La mancanza di un irripidimento della curva statunitense rispetto alla liquidità sta inoltre indebolendo l’attrattiva dei titoli del Tesoro USA nella battaglia globale per attrarre capitali. La curva dei rendimenti dei titoli del Tesoro USA semplicemente non è attraente per gli investitori non statunitensi, che non sono disposti ad assumersi il rischio di cambio.
L’incognita Fed
Con l’arrivo di un nuovo presidente della Fed nel maggio 2026, il rischio che la banca centrale influenzi in modo sostanziale i rendimenti dei titoli del Tesoro a lunga scadenza è un fattore che dobbiamo tenere presente. Mentre il consenso prevede chiaramente tassi a breve termine più bassi sotto la guida del nuovo presidente della Fed, la possibilità che la Fed attui una qualche forma di controllo della curva dei rendimenti per abbassare i rendimenti a lungo termine non ha ancora ricevuto molta attenzione.
Se la Fed intervenisse attivamente per spingere al ribasso i tassi a lungo termine, sospetto che il dollaro sarebbe la principale vittima finanziaria, con un aumento dell’inflazione come principale conseguenza economica indesiderata.
Il mercato si focalizza sulla crescita Usa e non sull’inflazione
Il fattore più sorprendente è che il mercato si è concentrato interamente sulla crescita degli Stati Uniti e sul rallentamento del mercato del lavoro, ignorando il potenziale di una ripresa dell’inflazione.Il mercato del lavoro sembra aver attirato anche gran parte dell’attenzione della Fed. Non ho dubbi che nei recenti dati sull’occupazione vi sia un elemento di calo della domanda ciclica, insieme alla crescente influenza delle nuove tecnologie sulla domanda di manodopera.
Rocki Gialanella
Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.

