A cura di Riccardo Quagliotti, portfolio manager di Kairos Partners SGR
L’Intelligenza Artificiale Generativa sta gradualmente prendendo piede, con applicazioni sempre più diffuse sia nel mondo corporate sia in quello delle piattaforme destinate ai consumatori, tanto da attenderci nei prossimi mesi ulteriori aggiornamenti ed evoluzioni circa la messa a terra di questa nuova tecnologia, che ha tutto il potenziale per cambiare diversi aspetti della nostra vita.
La naturale diffusione della cosiddetta IA Gen in verticali diverse dell’economia reale la rende particolarmente preziosa in questa fase, poiché può immediatamente produrre una riduzione dei costi operativi o una migliore monetizzazione per i servizi già precedentemente offerti. In questo contesto, ad esempio, le aziende che dispongono di ampie quantità di dati, anche grazie alla loro posizione di mercato consolidata, possono finalmente concentrarsi sull’utilizzo di questo patrimonio per migliorare non solo l’efficienza del business, ma anche l’efficacia della propria offerta verso il cliente finale.
Intrattenimento, viaggi, accoglienza, logistica, trasporti, musica e pubblicità sono solo alcuni dei settori più predisposti ad accogliere le potenzialità di questa nuova tecnologia, in un’ottica di riorganizzazione interna e miglioramento dei servizi e dei prodotti offerti.
Tra le ricadute più apprezzabili che la IA Gen dimostra di avere in questa fase iniziale, è degna di nota la contribuzione costante nella riduzione delle scorte di semiconduttori in alcuni delle sue verticali, stimolando investimenti nelle tecnologie di storage e nei sistemi ottici di trasmissione, essenziali per soddisfare le crescenti esigenze sia in termini di gestione che di rapido trasferimento dei dati.
Ma non finisce qui perché l’IA non è l’unico argomento di discussione al momento. Ad influenzare le prospettive di crescita future del settore dell’innovazione vi è anche la graduale ripresa dei volumi e del traffico delle principali piattaforme online, che dovrebbe protrarsi nel prossimo trimestre, dimostrando con la sua resilienza l’utilità riconosciuta dai clienti finali per una vasta gamma di servizi offerti che vanno dalla spesa online alla fruizione di video e musica.
In quella che da molti viene definita una “Attention Economy” globale, poter occupare il tempo e l’attenzione dell’utente finale è di straordinaria rilevanza per aumentarne la sua fidelizzazione, con inevitabili conseguenti benefici economici, al punto che i ricavi pubblicitari derivanti dalla monetizzazione di questi asset digitali aiuteranno ad irrobustire la nascente redditività delle piattaforme più diffuse e popolari.
Crediamo che la primavera sarà anche portatrice di novità nei contenuti delle principali società di streaming di Video On Demand (VoD). Nel settore si renderà necessario per numerosi partecipanti dal lato dell’offerta rivedere le proprie ambizioni iniziali, apparse in alcuni casi eccessivamente ottimiste rispetto ai risultati decisamente deludenti ottenuti sul campo.
Questo processo porterà inevitabilmente anche alla revisione delle priorità dell’offerta, in alcuni casi spingendo all’accorpamento di business sottodimensionati o al taglio di rami definiti “non core” per il franchising, fino ad arrivare anche al ridimensionamento del pricing dell’offerta.
Redazione
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