I rendimenti reali offerti sono interessanti in un’ottica di diversificazione del portafoglio. A colloquio con William Davies, Global Chief Investment Officer di Columbia Threadneedle Investments

Quali opportunità offrono gli investment grade corporate bond in questa fase di mercato?
Le obbligazioni societarie investment grade rimangono una importante asset class per gli investitori alla ricerca di stabilità e reddito in un contesto caratterizzato dal calo dei tassi di policy e da una persistente incertezza macroeconomica.
Con la Federal Reserve che dovrebbe continuare il suo ciclo di allentamento anche nel 2026, la propensione al rischio può rimanere ben sostenuta. I rendimenti attuali sono interessanti per gli investitori che desiderano assicurarsi un reddito prima di un possibile calo dei rendimenti.
In questa fase di mercato, i corporate bond IG offrono principalmente tre vantaggi: rendimenti reali interessanti e diversificazione, scadenze più lunghe, e fondamentali societari resilienti.
Nonostante gli spread creditizi ridotti, i bond IG continuano ad offrire livelli di reddito interessanti. Con un’inflazione vicina al 3% negli Stati Uniti e al 2% in Europa, e con i Treasury a 10 anni vicini al 4% e il credito IG che rende quasi il 5%, gli investitori possono assicurarsi rendimenti reali positivi, contemporaneamente aggiungendo un elemento di diversificazione contro la volatilità azionaria. Il reddito fisso di alta qualità continua a svolgere un ruolo di stabilizzatore di portafoglio, soprattutto in un contesto di crescita globale moderata.
A differenza dei precedenti cicli di allentamento legati a recessioni, oggi i tagli sono più di carattere preventivo
Ciò permette di estendere la duration senza assumere un rischio di credito eccessivo, offrendo sia reddito che protezione dal ribasso in caso di flessione dei mercati azionari e, al contempo, beneficiando dell’apprezzamento dei prezzi al diminuire dei rendimenti.
I bilanci societari rimangono generalmente solidi, sostenuti da una buona liquidità e da una gestione efficiente della leva finanziaria. Sebbene la dispersione tra gli emittenti sia in aumento, l’universo investment grade nel suo complesso è ben posizionato per resistere a moderate pressioni economiche. Per gli investitori orientati alle passività, quest’asset class rimane essenziale per far fronte agli obblighi a lungo termine.
Quali sono le variabili che potrebbero influenzare l’andamento dell’asset class nei prossimi semestri?
I risultati dei prossimi mesi dipenderanno dall’interazione tra politica monetaria, dinamiche inflazionistiche, andamento del mercato del lavoro e fattori geopolitici. Attualmente, i mercati scontano ulteriori tagli dei tassi da parte di Fed e BCE; tuttavia, qualsiasi deviazione (ad esempio tagli meno frequenti a causa di un’inflazione appiccicosa) potrebbe alterare le curve dei rendimenti e le aspettative di rendimento totale.
Un eventuale errore di valutazione, come un taglio troppo rapido, rischia di irripidire le curve in caso di un aumento delle aspettative di inflazione, incrementando i costi di finanziamento a lungo termine. Mentre alcune regioni, tra cui l’Europa, beneficiano di impulsi disinflazionistici, l’inflazione persistente negli Stati Uniti potrebbe limitare la flessibilità della Fed ed influenzare gli spread creditizi.
Un altro fattore da attenzionare è l’inflazione, che rimane disomogenea a livello globale: circa il 3% negli Stati Uniti, il 2% nell’eurozona e quasi il 4% nel Regno Unito.
I dazi hanno introdotto un nuovo vincolo dal lato dell’offerta, aumentando i costi e potenzialmente alimentando le pressioni sui prezzi. In più, un mercato del lavoro fragile potrebbe pesare sulla fiducia dei consumatori e sugli utili societari. Se la disoccupazione aumentasse più rapidamente del previsto, i timori di recessione potrebbero spingere gli investitori verso asset difensivi, mettendo in difficoltà gli spread.
Gli sviluppi politici, quali le pressioni sull’indipendenza delle banche centrali o i dibattiti in materia fiscale, potrebbero influenzare il sentiment dei mercati. I livelli elevati del debito pubblico (negli Stati Uniti si prevede raggiungerà il 125% del PIL, in Francia il 118%) aumentano il rischio di crisi di finanziamento, che potrebbero ripercuotersi sui mercati del credito.
A questo quadro si aggiungono i recenti casi di insolvenza, che evidenziano una crescente dispersione nei mercati del credito.
Sebbene il rischio sistemico rimanga basso, le difficoltà dei singoli emittenti sottolineano la necessità per una selezione accurata. La volatilità degli spread potrebbe aumentare man mano che gli investitori rivalutano i premi di rischio, in particolare nei settori esposti ai dazi doganali o alla debolezza dei consumi.
Con sempre maggiore frequenza emergono problemi nel settore del credito privato, mettendo in luce la vulnerabilità del settore finanziario non bancario (NBFI). Pur esulando dall’ambito IG, è importante seguire con attenzione questa vicenda e monitorare l’esposizione delle banche di importanza sistemica globale (GSIB) al settore NBFI, data la loro importanza per l’universo investment grade.
In questo contesto sempre più ristretto, un approccio selettivo e paziente permetterà di bilanciare al meglio la ricerca di rendimento con il controllo del rischio, privilegiando emittenti di alta qualità e settori con potere di determinazione dei prezzi.
Rocki Gialanella
Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.

