Il team di investimenti di Pramerica Sgr crede sia opportuno un ridimensionamento dell’esposizione azionaria e una riduzione della sottoesposizione alla duration sui bond

Dopo il rallentamento della crescita economica globale fatto segnare nel 2019, le attese per il 2020 erano per un miglioramento anche se non in misura tale da sostenere le attuali aspettative sugli utili nei mercati azionari. Tali aspettative assumevano un ruolo particolarmente importante all’interno di un contesto nel quale le attuali valutazioni degli asset rischiosi apparivano elevate e al di sopra delle medie storiche. All’interno di questo scenario, il Coronavirus rappresenta un ulteriore elemento di incertezza, soprattutto nella misura in cui può rallentare ulteriormente la crescita dell’economia cinese e mondiale, con le conseguenti ripercussioni sui mercati azionari. Si ritiene, a tal merito, che gli effetti non si siano ancora dispiegati sulle aspettative sugli utili.

Sui portafogli, di conseguenza, si agirà con prudenza, con il mantenimento di posizioni di sottopeso sull’azionario in attesa di poter ricostruire posizioni in maniera opportuna sulle correzioni. Alla luce di tale contesto, inoltre, è opportuna una riduzione della sottoesposizione della duration dei portafogli obbligazionari. Tale riduzione avrà una valenza tattica in quanto non varia la previsione secondo cui i rendimenti saliranno da qui alla fine dell’anno.

Allo stato attuale, vista l’elevata incertezza anche sulle informazioni disponibili, è impossibile anticipare sviluppi a meno di basarsi su previsioni ipotetiche. Il nostro compito rimane, soprattutto in fasi come quella attuale, quello di monitorare con attenzione l’evoluzione dei rischi nel loro complesso ed effettuare le scelte di investimento ritenute più opportune.

Per quanto riguarda il possibile impatto sull’economia cinese e mondiale derivante dalla diffusione del Coronavirus 2019-nCoV, si può considerare, per avere un riferimento, l’impatto che ebbe la diffusione del Coronavirus nel 2003, il SARS-CoV. I tassi di contagio dei due Coronavirus sono infatti per ora ritenuti simili dall’OMS, anche se il tasso di mortalità stimato fino ad ora per il 2019-nCoV è molto più basso, intorno al 2,2% in base ai dati ufficiali.  L’impatto della SARS è stato stimato in circa 1 p.p. di PIL cinese nel 2003 e in una perdita cumulata, anche negli anni successivi, pari al 2,34% del PIL. Dato il tasso di crescita degli infettati del 2019-nCoV, è ragionevole attendersi un impatto sulla crescita cinese almeno in linea con quanto registrato ai tempi della SARS. Nel 2002 il PIL cinese rappresentava il 4% del PIL mondiale, contro il 16% nel 2018.


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Redazione

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