Il miracolo economico perderà impulso nel 2020, tuttavia, il paese sembra poter centrare ancora un tasso di crescita superiore a quello medio dell’UE
Dopo più di due anni di forte accelerazione, nella seconda metà del 2019 l’economia polacca è entrata in una fase di decelerazione. Questa tendenza non è destinata a cambiare quest’anno, ma la frenata potrebbe essere meno intensa rispetto a quanto pronosticato mesi addietro (coronavirus permettendo).
La Polonia ha archiviato il terzo trimestre del 2019 con una crescita del 3,9% su base annua e dell’1,3% su base trimestrale. Si tratta del tasso di crescita trimestrale più elevato all’interno dell’Unione Europea (quattro volte la media Ue che si posiziona allo 0,3%).
Il consensus di mercato indica una variazione positiva del Pil polacco del 3,4% nel 2020, inferiore al 4,2% stimato per il 2019 e al 5% registrato nel biennio anteriore. Le stime messe a punto dal Governo di Varsavia sono più ottimiste e fissano la crescita del Pil al 3,7% nel 2020. Le previsioni targate Eurostat stimano la crescita al 3,3%, in tutti i casi molto al di sopra della media dell’Ue che si ferma per l’anno in corso all’1,8%.
La crescita consentirà all’economia domestica di poter continuare a mantenere un tasso di disoccupazione vicino al 3,2%, livello di non occupati superiore solo a quelli di Repubblica Ceca e Germania all’interno dell’Ue. Il basso livello dei disoccupati continuerà ad esercitare una forte pressione sul livello dei salari e, a cascata, sull’andamento dell’inflazione. La variazione al rialzo dei prezzi al consumo dovrebbe attestarsi al 3,5% nel 2020, nettamente al di sopra della media europea.
La rapidità della crescita ha conseguenze negative per le imprese locali, che si trovano ad affrontare una carenza di lavoratori e un incremento costante del costo del lavoro. Il mix di queste variabili può far perdere competitività all’intera economia polacca.
La scarsità di manodopera continuerà anche nel 2020 nonostante l’arrivo massiccio di immigrati, in arrivo soprattutto dall’Ucraina (si stima che più di un milione di ucraini lavorino in Polonia) ma anche da paesi asiatici come Nepal, Bangladesh, Filippine).
Nel primo semestre del 2019, Varsavia ha rilasciato un numero record di permessi di lavoro per lavoratori stranieri (225.000, numero superiore a quello rilasciato da paesi come Stati Uniti e Germania, da molti anni destinazioni preferite dei lavoratori che si muovono da ogni luogo del pianeta). Tra le preoccupazioni manifestate da molti imprenditori polacchi c’è anche il timore che gli immigrati ucraini si trasferiscano in Germania a caccia di stipendi più elevati. A favore della permanenza dei lavoratori ucraini in Polonia giocano le tante similitudini tra la cultura e il modo di vivere degli abitanti dei due paesi.
Uno dei key factor dell’economia polacca è la forza dei consumi interni che, anche per il 2020, dovrebbero continuare a performare bene. Le vendite al dettaglio in Polonia sono aumentate del 5,2% su base annua (dato aggiornato a novembre 2019), con picchi di incremento superiori all’11% in alcuni settori: automobili, elettrodomestici e prodotti elettronici. Nel 2019 il mercato locale ha contato ben 600.000 nuovi acquisti di auto e veicoli commerciali leggeri (25.000 in più rispetto al 2018).
Rocki Gialanella
Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.

