Intervista a Flora Dishnica, Investment Manager di Pictet Asset Management
Parlando di mercati emergenti, la riapertura della Cina è stato un fatto fondamentale; come ha impattato sugli altri mercati emergenti e sui mercati globali in generale?
«L’inflazione nei paesi sviluppati sembra avere già raggiunto il picco, come pure la forza dell’economia statunitense e dunque il USD. Di conseguenza la Federal Reserve dovrebbe essere prossima, o addirittura già pronta, a mettere in pausa il rialzo dei tassi di interesse. Inoltre, le prospettive di crescita del Pil dei paesi in via di sviluppo sono largamente migliorate, con un differenziale rispetto al blocco degli sviluppati che si sta ampliando. La riapertura della Cina sta giocando in questo ambito un ruolo importante. Basti pensare, ad esempio, all’influenza che essa ha sulla domanda di commodity dell’America Latina e sui flussi turistici nei paesi limitrofi».
In quale modo le strategie delle banche centrali del mondo sviluppato stanno impattando sui mercati emergenti
«Il debito emergente è un’asset class decisamente variegata, che però ha in comune l’influenza dei fattori sistemici guidati dagli Stati Uniti (USD, tassi). Da questo punto di vista il quadro che sta emergendo è nettamente migliorato per il reddito fisso EM. Dall’altra parte, ovviamente permangono alcuni rischi legati alla possibilità di avere una recessione globale. Gli abbondanti rialzi effettuati, spesso in largo anticipo rispetto alla Fed, lasciano oggi più spazio di manovra per le banche centrali dei paesi emergenti e dunque hanno la possibilità di intraprendere mosse per sostenere la crescita, qualora il quadro macroeconomico deteriorasse.
Quali sono i mercati emergenti che ritenete più interessanti?
«Il debito governativo in valuta locale presenta allo stato attuale diverse ottime occasioni, in particolar modo le emissioni di economie che hanno operato una politica monetaria rigida. Ciò ha fornito un notevole cuscinetto di protezione da un’inflazione che comunque sembra mostrare in diverse realtà dinamiche migliori di quelle del mondo sviluppato. Sicuramente, l’America Latina presenta grandi opportunità, sia a livello azionario, sia obbligazionario: il Brasile ha operato una politica monetaria molto rigida e si trova oggi con tassi reali elevati e disinflazione in corso. Inoltre, economie come il Messico hanno la possibilità di trarre grande beneficio dall’azione americana, tesa ad accorciare le filiere di approvvigionamento manifatturiere. In Asia i rendimenti del reddito fisso sono mediamente i più bassi all’interno del debito emergente in valuta locale, mentre sull’azionario, in paesi come Corea & Taiwan, prevale una forte componente ciclica. In ogni modo anche in quell’area si trovano opportunità interessanti: è importante oggi sugli emergenti operare con un rigoroso processo di selezione e una marcata diversificazione».
Boris Secciani
Nato a Bologna nel 1974, a Milano ho completato gli studi in economia politica, con una specializzazione in metodi quantitativi. Ho cominciato la mia carriera come broker di materie prime negli Usa, per poi proseguire come trader sul forex. Tornato in Italia ho partecipato come analista e giornalista a diversi progetti. Sono in FONDI&SICAV dalla sua fondazione, dove opero come Responsabile dell'Ufficio Studi. I miei interessi si incentrano soprattutto sul mondo dei tassi di interesse e del reddito fisso, sulla gestione del rischio di portafoglio e sull'asset allocation.

