Alcuni segmenti del settore industriale beneficeranno dei sussidi e incentivi messi a punto dal Governo. A colloquio con Davide Renzulli, head of investment advisory di Columbia Threadneedle Investments

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Negli ultimi anni, le small cap Usa non hanno tenuto il passo delle large cap. Credete che in futuro possano materializzarsi condizioni più favorevoli al segmento dei titoli a bassa capitalizzazione?

È innegabile che negli ultimi anni le small cap statunitensi abbiano avuto una performance inferiore rispetto alle large cap. Una delle ragioni chiave è la diversa composizione dei rispettivi indici. Le large cap americane, che si trovano nell’S&P 500, sono fortemente orientate verso la tecnologia e i settori “growth”, mentre le small cap del Russell 2000 mostrano una minore esposizione a tecnologia e servizi di comunicazione, concentrandosi invece su settori ciclici come finanza, industria ed energia. Negli ultimi anni, le giganti del tech a grande capitalizzazione hanno registrato risultati eccezionali, aumentando ricavi e utili al di sopra delle aspettative; un trend che ha portato queste società ad accrescere la loro quota all’interno dell’S&P 500, arrivando a pesare addirittura per il 28% in soli 7 dei principali titoli tecnologici, noti come i “Magnifici 7”. Tuttavia, questa forte concentrazione azionaria comporta dei rischi, qualora queste aziende dovessero deludere le aspettative e rallentare il loro tasso di crescita. I primi segnali di questo cambiamento sono emersi alla fine del 2023, prediligendo una maggiore diversificazione dei rendimenti di mercato, oltre alle sole azioni tecnologiche di maggiori dimensioni, e con le small cap che hanno cominciato a sovraperformare.

Vi sono poi ulteriori motivi per cui le condizioni economiche potrebbero tornare a favorire le small cap USA. Infatti, nonostante l’aumento dei tassi d’interesse e la presenza di condizioni finanziarie più restrittive, l’economia degli Stati Uniti si è dimostrata molto più robusta delle aspettative, riducendo sensibilmente i timori di una recessione profonda. Grazie ad un’inflazione moderata e a prospettive economiche più promettenti, le small cap USA sono oggi ben posizionate grazie alla loro predilezione per l’economia domestica e alle loro valutazioni relativamente a buon mercato rispetto alle large cap. Inoltre, siamo convinti che un approccio di investimento attivo e focalizzato su un’attenta selezione dei titoli abbia il potenziale per offrire rendimenti superiori a quelli dell’indice.

In quali settori dell’economia Usa ritenete si possano individuare le migliori opportunità per investire nelle small cap?

Sebbene siamo soliti adottare uno stile d’investimento relativamente neutrale da un punto di vista settoriale, per offrire agli investitori una panoramica completa dell’economia statunitense, attualmente individuiamo alcune specifiche aree che presentano idee azionarie particolarmente allettanti. Tra queste spicca in particolare il settore industriale, in quanto beneficiario di diverse spinte positive. Nel corso degli ultimi anni, infatti, sono stati riversati nell’economia statunitense molti stimoli monetari, a partire dai programmi di sostegno per la pandemia da Covid-19 fino all’Inflation Reduction Act (IRA), ai pacchetti per le infrastrutture, alle normative sulle tecnologie (Chips Act), alle sovvenzioni per le energie green, e così via.

Tutte queste misure di sostegno hanno notevolmente alimentato la spesa e gli investimenti interni, soprattutto in un periodo in cui molte aziende manifatturiere e industriali USA stanno cercando di rafforzare la sicurezza delle proprie catene di approvvigionamento attraverso iniziative di reshoring, approfittando dei numerosi incentivi e dei generosi sussidi disponibili. Inoltre, in un’era di tensioni geopolitiche in cui il trend della de-globalizzazione si sta sempre più rafforzando, il reshoring e la ri-localizzazione della produzione sono più presenti che mai. Per questi motivi, riteniamo che alcuni segmenti del settore industriale potranno sfruttare questa situazione a loro vantaggio.

 


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Rocki Gialanella

Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.