Analisi mensile sui mercati Usa, Europa e Asia degli esperti di AXA IM
L’indebolimento del dollaro potrebbe rendere gli asset statunitensi più interessanti

Chris Iggo, Chief Investment Officer di AXA IM Core, commenta: “Il differenziale dei tassi di interesse a breve termine tra dollaro ed euro è aumentato di oltre 100 punti base nell’ultimo anno. Ma invece di offrire sostegno, il dollaro ha perso terreno nei mercati dei cambi.
La politica degli Stati Uniti, la riduzione degli afflussi di capitali esteri sugli attivi statunitensi e la possibilità che la spinta fiscale della Germania acceleri la crescita europea, hanno contribuito alla sua debolezza. Le prospettive a breve termine sono incerte, poiché il dollaro beneficia spesso dell’aumento dei rischi geopolitici.
Tuttavia, storicamente ha mostrato ampie oscillazioni cicliche ed è risultato costoso negli ultimi anni. L’aumento dell’inflazione statunitense e il rallentamento della crescita potrebbero creare un ulteriore impulso al ribasso, così come l’inasprimento fiscale, se Washington dovesse essere costretta ad affrontare la traiettoria del debito.
Gli investitori devono ricordare che l’euro ha già raggiunto il valore di 1,60 dollari e che quindi 1,25-1,30 dollari non sono impossibili da raggiungere, visto il sentiment prevalente. Un’ulteriore variazione del valore del dollaro del 10-15% potrebbe essere parte della soluzione per far fronte al deficit commerciale e migliorare l’attrattiva degli attivi statunitensi, soprattutto alla luce delle valutazioni ancora elevate delle azioni”.
Revisione delle aspettative sui prezzi: curva dei titoli di Stato o rischio di credito?

Alessandro Tentori, Chief Investment Officer Europe AXA IM, sostiene che “il concetto di arbitraggio (l’acquisto e la vendita di attivi per sfruttare le differenze di prezzo) fa sì che i prezzi siano in ultima analisi costretti a raggiungere l’equilibrio. Tuttavia, ciò non significa necessariamente che l’equilibrio sia statico: il flusso costante di informazioni richiede agli investitori di rivedere costantemente le loro aspettative di prezzo.
Il rapporto tra la duration dei titoli di Stato e gli spread del credito corporate è un esempio di equilibrio dinamico: gli investitori possono scegliere tra mantenere un investimento overnight privo di rischio, estendere la duration sulla curva dei titoli di Stato o assumere il rischio di credito attraverso un indice di obbligazioni societarie. Il compromesso è tra lo spread della curva dei titoli di Stato e lo spread del credito, che potrebbe offrire una maggiore protezione dalle variazioni dei rendimenti.
Oggi, il consenso del mercato sembra preferire un’esposizione al bilancio delle imprese piuttosto che a quello dei governi. Tuttavia, ad un certo punto della curva dei rendimenti, subentrerà l’arbitraggio e gli investitori rivedranno di nuovo le loro ipotesi, anche se non sembra si sia ancora giunti a questo momento”.
L’autosufficienza della Cina: una potente tematica d’investimento
Ecaterina Bigos, Chief Investment Officer, Asia ex-Japan, AXA IM Core, commenta: “Tra le difficoltà cicliche della Cina, gli squilibri strutturali e il difficile contesto geopolitico, l’autosufficienza sta emergendo come una potente tematica d’investimento. Nell’ultimo decennio, i politici l’hanno enfatizzata in varie forme, come elemento in grado di contribuire a promuovere il progresso tecnologico, ridurre il rischio della catena di approvvigionamento e incoraggiare la domanda interna. I principali beneficiari sono la tecnologia, la transizione energetica, l’assistenza sanitaria e le piattaforme di consumo di massa.
Inoltre, la recente comparsa di leader cinesi nel settore dell’intelligenza artificiale e della produzione intelligente indica che la crescita è destinata a provenire da un insieme più ampio di attori globali. Di conseguenza, l’attenzione degli investitori dovrebbe rimanere concentrata sulle aree sostenute dalla leadership politica e tecnologica, poiché la ripresa generale a livello macro rimane difficile.
L’ormai consolidato contesto deflazionistico è destinato a proseguire, mentre l’economia interna digerisce lo shock dei dazi, l’aumento della sovraccapacità produttiva e il ciclo di deflazione immobiliare in corso. Con buona probabilità, le pressioni deflazionistiche interne graveranno in misura crescente sulla crescita e sugli utili.”
Redazione
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