Bert Flossbach, co-fondatore di Flossbach von Storch

Il settore dell’intelligenza artificiale sta avanzando a un ritmo vertiginoso, con le grandi aziende tecnologiche che investono centinaia di miliardi di dollari in capacità di calcolo e infrastrutture.
Resta da vedere se questi ingenti investimenti porteranno a profitti consistenti e come le nuove tecnologie rimodelleranno il panorama dell’IA.

A differenza della bolla di Internet all’inizio del millennio, le aziende tecnologiche di oggi sono già redditizie. Il che rende le loro prospettive di guadagno più prevedibili (sebbene il concetto di prevedibilità sia relativo nel mondo della tecnologia).
Questa stabilità è particolarmente evidente nelle grandi aziende i cui servizi sono ormai parte integrante della vita quotidiana di quasi tutte le persone o aziende e che possono quindi essere descritti come fornitori digitali.
Tuttavia, ci sono anche aziende di alta qualità tra gli specialisti, che dominano un’area di business significativa. Lo stesso vale per i fornitori di infrastrutture IA, che spesso vengono da industrie tradizionali e generano una proporzione crescente dei loro ricavi nella catena del valore IA.
Le nuove opportunità di crescita attirano inevitabilmente gli investitori, e nessun boom si conclude senza eccessi. Lo abbiamo visto con l’euforia per Internet a cavallo del nuovo millennio: le previsioni più ottimistiche sono state superate negli anni successivi. Ma molte delle aziende dell’epoca sono poi scomparse. E quelle che sono rimaste in piedi hanno visto il 90% della loro capitalizzazione di mercato cancellata lungo il cammino.
Anche se l’IA è un argomento di forte interesse per gli investitori, è cruciale valutare in che misura le attuali quotazioni riflettano il potenziale di guadagno futuro e se il rapporto rischio-rendimento sia davvero vantaggioso.
Sviluppi imprevedibili, come le politiche tariffarie di Trump o le fluttuazioni del tasso di cambio del dollaro Usa, possono essere contrastati solo con una diversificazione ragionata.
Questa strategia include anche titoli di aziende che generano utili comparativamente affidabili ma crescono a un ritmo più contenuto. Proprio per questo, hanno perso il favore gli investitori.
Stefania Basso
Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.

