Intervista a Luca Tobagi, CFA – Invesco

La Fed ha comunicato che il primo ritocco ai tassi dovrebbe arrivare a marzo. Fin dove credete possa spingersi il rendimento del Treasury decennale nel corso del 2022 e quale forma potrebbe assumere la curva dei tassi Usa?

Anche se la Fed ha assunto un atteggiamento e un orientamento più restrittivo sulla politica monetaria e sul suo futuro percorso, il mercato sembra prezzare, almeno a giudicare dalle indicazioni sui futures sulle previsioni dei tassi, tre rialzi per il 2022 ma non quattro pieni.
Che i tassi di riferimento e i rendimenti sulle scadenze più lunghe possano essere destinati a salire nel contesto macroeconomico attuale è una visione ragionevole.
È probabile che vi sia un appiattimento della curva dei rendimenti, con i rendimenti della parte a più lunga scadenza che potrebbero salire meno rispetto a quelli della curva a breve.
Crediamo che sia un’ipotesi di lavoro attendibile per gli investitori e che un rendimento del 2% per il decennale a stelle e strisce possa essere un primo punto di riferimento. Anche se non riteniamo particolarmente probabile che si possa superare rapidamente e mantenere stabilmente tale livello.
In questa fase di mercato quali tipologie di titoli di Stato Usa ritenete sia opportuno inserire in portafoglio?
Anche se può sembrare controintuitivo in una fase in cui si prevede che i rendimenti possano salire, riteniamo opportuno mantenere un certo livello di duration nei portafogli obbligazionari USA. Bisogna essere selettivi sulle scadenze. Coerentemente con quanto detto prima, ciò a cui abbiamo assistito nella seconda metà del 2021 è stato un rialzo dei rendimenti obbligazionari USA per tutte le scadenze, ma molto maggiore per le scadenze più brevi e fino a 7-10 anni.
Le scadenze più lunghe, fino ad arrivare al trentennale, hanno visto i rendimenti salire molto meno. Anzi, a fine 2021 i rendimenti sul ventennale e trentennale erano addirittura scesi rispetto a giugno. Questo scenario non è destinato a cambiare particolarmente, se ci aspettiamo che la curva dei tassi possa appiattirsi.
La differenza oggi, rispetto alla seconda metà del 2021, è che per le scadenze medie della curva i rendimenti sono già saliti molto. Quindi può diventare relativamente più interessante, per un investitore che voglia o debba essere esposto all’obbligazionari governativo USA, valutare posizioni anche nella cosiddetta “pancia” della curva.
Le aspettative di inflazione sono salite negli ultimi mesi, l’idea di detenere titoli legati all’inflazione, quindi, potrebbe ancora avere senso. Ma probabilmente non tanto quanto qualche mese fa e può essere legata più a preferenze, vincoli e obiettivi specifici dell’investitore.
Stefania Basso
Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.

