Aggiornamento sui mercati a cura di UniCredit

In un venerdì povero di dati economici l’attenzione si rivolgerà verso gli interventi di alcuni banchieri centrali nel corso della giornata. Questi potrebbero far riferimento alle conseguenze sulle politiche delle Banche centrali dell’escalation in atto in Medio Oriente. La vera notizia, che peserà oggi sui mercati, è infatti la risposta di Israele all’attacco dell’Iran con un bombardamento delle installazioni militari dell’area di Isfahan. Non sarebbe un attacco su larga scala e i danni, come riportato dall’agenzia iraniana IRNA, sarebbero limitati.

Tuttavia l’attacco rischia di aggiungere sale sulle ferite del Medio Oriente e di attivare nuove faglie che rischierebbero di inghiottire in un conflitto numerose nazioni. Adesso si attendono le reazioni dell’Iran. Tornando alla macroeconomia, già diffuso in Giappone l’indice dei prezzi al consumo che nel mese di marzo è salito dello 0,2% dopo la stagnazione del mese precedente. Su base annua i prezzi salgono del 2,6% da +2,8% e contro stime a +2,7%. Già reso noto anche l’indice tedesco dei prezzi alla produzione in marzo, attestatosi a +0,2% m/m da -0,4% e contro attese invariate e a -2,9% a/a da -4,1% precedente. Tra i banchieri centrali parleranno Breeden, Ramsden e Mann (BoE) e Gooldbee della Federal Reserve.

L’escalation in Medio Oriente ha effetti sui mercati valutari con un rafforzamento dei beni rifugio, tra cui figurano il dollaro, il franco svizzero e l’oro. Anche il petrolio sale con l’aumento del rischio di blocchi delle forniture mediante interventi nello Stretto di Hormuz. I vasi di coccio in questo scenario potrebbero essere euro e yen. Sulla valuta giapponese sembra terminato l’effetto delle parole delle autorità di Tokyo.

Per il debito italiano è periodo di esami con la prima delle big three che esprimerà il suo giudizio stasera partendo da un rating BBB con outlook stabile. Lo spread riparte da area 143 punti.

Come prevedibile le Borse europee hanno aperto al ribasso l’ultima seduta della settimana e, a meno di parole concilianti dall’Iran, difficilmente potranno correggere la rotta. Sul FTSE Mib si salva dalle vendite Amplifon, con le previsioni sui risultati degli analisti di Mediobanca. Soffre anche il titolo della difesa Leonardo.

Le prime a cadere sotto le bombe dell’attacco israeliano all’Iran sono le Borse asiatiche, il cui sentiment era già messo alla prova dalla trimestrale della taiwanese TSMC. Il produttore di semiconduttori ha tagliato le attese di crescita del mercato per il 2024. Solo Shanghai ha limitato i danni, in attesa degli interventi di stimolo governativi.

Per Wall Street una chiusura poco variata ieri ma un’apertura di contrattazioni che oggi dovrà scontare l’escalation in Medio Oriente. Passeranno in secondo piano, pertanto, le trimestrali che peraltro oggi prevedono solo l’uscita dei risultati di Procter&Gamble tra i big.

Il produttore di beni di consumo domestici dovrebbe riportare utili per azione a 1,41 dollari e ricavi a 20,44 miliardi di dollari. Sul fronte macro, invece, si allontana sempre di più il primo taglio dei tassi di interesse. Ora, secondo il consensus del FedWatch Tool del CME, le probabilità sono scese sotto il 50% anche per il mese di luglio.


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