Intervista a Massimiliano Schena, Direttore investimenti Symphonia SGR

Cosa vi aspettate dalla Borsa italiana nel 2022? Quali settori privilegiate in questa fase e quale tipologia di titoli potrebbe performare meglio nel medio termine? 

Per il 2022 riteniamo vi siano le condizioni affinché il mercato azionario italiano possa proseguire il positivo trend registrato l’anno scorso. Anche se, dopo l’ottima performance del 2021, è ragionevole attendersi un andamento meno direzionale ed una maggiore volatilità. 

Massimiliano Schena

Il mercato azionario dovrebbe essere supportato dalle buone prospettive di crescita (con un PIL in espansione di oltre 4%, dopo il balzo di oltre il 6% del 2021) accompagnate da valutazioni non esasperate e da una politica monetaria e fiscale ancora accomodante.

In termini settoriali la nostra Borsa dovrebbe beneficiare dell’elevato peso delle banche.

Il settore bancario non può essere considerato un investimento core su cui puntare nel lungo termine in quanto risente di una serie di problematiche strutturali. Tuttavia, dopo anni di grosse difficoltà, il settore è entrato in una fase più favorevole (tassi in rialzo, ripresa economica, minore pressione delle autorità sul fronte della patrimonializzazione) che lo rende interessante in un’ottica tattica di breve termine.

Sul fronte domestico si aggiunge anche la prospettiva di una nuova fase di consolidamento necessaria sia per sistemare alcuni gruppi indeboliti dalla crisi degli anni passati, sia per aumentare il livello dimensionale di alcuni istituti.

Spostando l’orizzonte sul medio periodo i segmenti di attività più attraenti dovrebbero essere la tecnologia e l’industria specializzata, che tra l’altro beneficiano in misura significativa degli investimenti derivanti dal PNRR, di cui l’Italia è il maggior beneficiario.

Purtroppo, se si guarda alle grandi capitalizzazioni Piazza Affari è piuttosto carente nei settori tecnologico e industriale. Le opportunità crescono però in misura significativa se si sposta l’attenzione sul segmento delle medie-piccole imprese. 

L’inflazione italiana continua a salire (anche se a ritmi inferiori rispetto a quella europea). La crescita dei prezzi al consumo può aiutare a gestire meglio l’enorme debito pubblico ma potrebbe danneggiare alcune attività economiche quotate. Qual è la vostra view a tal proposito?

L’inflazione italiana è sicuramente destinata a rimanere relativamente elevata per buona parte del 2022. Ma riteniamo che non sia destinata a rappresentare una particolare problematica per il mercato azionario.

Da un lato è destinata a collocarsi su livelli inferiori rispetto ad altri paesi, dall’altro contribuirà alla rapida discesa del debito pubblico sotto il 150% del PIL. E, entro certi limiti, le azioni sono una asset class che si difende bene in un contesto di inflazione elevata.

 


Unknown's avatar
Stefania Basso

Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.