Janus Henderson Investors. Ales Koutny, Associate portfolio manager global fixed income, chiude l’inchiesta di Fondi&Sicav sulla fine del quantitative easing


Nell’ipotesi in cui la netta divergenza di impostazione tra le politiche monetarie di Fed e Bce dovesse mantenersi ampia o tendere ad un ulteriore ampliamento, quali opportunità ritenete possano essere colte nei mercati?
Nonostante lo “tsunami” di cattive notizie di quest’anno, dalle schermaglie geopolitiche alle potenziali epidemie, gli asset rischiosi hanno riportato buone performance. Crediamo che questa tendenza si protrarrà, soprattutto in Europa. A causa della forma della curva dei rendimenti, gli investitori esteri alla ricerca di coperture dovrebbero guardare anche all’Europa. Con Christine Lagarde alla guida della BCE, i primi segnali suggeriscono che la banca centrale probabilmente garantirà un sostegno più esplicito alla politica fiscale, in linea con quanto recentemente dichiarato: “la politica monetaria non può e non deve essere l’unica alternativa”. Pertanto, ci aspettiamo che asset precedentemente trascurati continuino a performare bene. Vediamo la maggior parte delle opportunità negli spread nell’Europa periferica, dove, dopo un periodo di crisi, i mercati hanno raggiunto a una maggiore stabilità. Anche il credito investment grade dovrebbe generare buone performance, dato che gli investitori si stanno spostando dai titoli di Stato core a rendimento negativo ad alcuni asset più appetibili.
Cosa vi aspettate dalla Fed nel corso del 2020? Sulle scelte di politica monetaria (tassi, acquisto titoli) peseranno più i dati macro o l’approssimarsi delle elezioni presidenziali? I Treasury continueranno a offrire un porto sicuro agli investitori?
Il board della FED sembra ritenere di aver fatto abbastanza per il momento. A meno che la crescita degli Stati Uniti non si arresti, suscitando timori di recessione, la probabilità che la Federal Reserve tagli ancora i tassi, dopo l’intervento straordinario di ieri, sembra minima. Perciò, a meno che non vi siano movimenti tecnici nei tassi IOER e nell’erogazione di liquidità a breve termine, è più probabile che la FED cerchi di restare in disparte. Questo è particolarmente vero considerando che il presidente in carica ha l’abitudine di puntare il dito contro la banca ogni volta che i dati economici iniziano a sembrare meno rosei.
L’anno scorso i Treasury sono stati interessati da grandi movimenti, sulla scia dei tagli dei tassi d’interesse e della maggiore incertezza, eppure continuano a rappresentare il miglior bene rifugio per gli investitori. I movimenti possono essere circoscritti a brevi periodi di rischio mentre ci avviciniamo al supporto intorno all’1,40%, ma qualora il sentiment di rischio o i dati macroeconomici dovessero peggiorare in modo abbastanza significativo, i Treasury sarebbero uno dei pochi asset con buone performance.
Stefania Basso
Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.

