Apertura positiva per le borse europee. L’azionario Usa ha chiuso la settimana in territorio negativo. Cambio Eur/Usd a 1,1077

Aggiornamento sui mercati a cura di UniCredit

Apertura positiva per le borse europee, con Piazza Affari, che registra un rialzo dello 0,15% nelle prime battute della seduta. In positivo Amplfon, DiaSorin, Hera, Moncler, Nexi, Prysmian, Snam, STM e Terna. In negativo Atlantia, Buzzi Unicem, CNH, ENI, Ferrari, Leonardo, Poste Italiane, Ferragamo, Saipem, Telecom e Tenaris.

Ascopiave (EUR 4,42): il Cda ha deliberato di procedere all’acquisto di azioni di Hera per un  ammontare pari a circa lo 0,4% del capitale;

FCA (EUR 11,732): confermato il piano di investimenti da 5 miliardi di euro per l’Italia al 2021 e la piena occupazione per l’anno successivo;

Mediaset (EUR 2,387): la decisione del tribunale civile di Milano sulla richiesta di Vivendi di sospendere in via cautelare il riassetto delle attività italiane e spagnole del gruppo sotto la holding olandese Mfe potrebbe arrivare già nei primi di questa settimana;

Saipem (EUR 3,748): annunciato il rimborso anticipato del 100% del bond da EUR 500 mln, scadenza 8/03/2021, emesso da Saipem Finance International;

Telecom (EUR 0,4868): la tlc è tra le società destinatarie di una multa da EUR 114 mln decisa dall’antitrust nell’ambito del procedimento contro la fatturazione a 28 giorni;

Ubi Banca (EUR 2,706): ha dato il via libera a un periodo di esclusiva a Coima SGR per un’operazione immobiliare nell’ambito della riorganizzazione della presenza della banca a Milano.

L’azionario Usa ha chiuso la settimana in territorio negativo, colpito dai timori per l’impatto del coronavirus sulla crescita globale. Amazon è invece salita del 7,4%, dopo aver battuto le stime di Wall Street sui risultati del quarto trimestre, che include le festività di fine anno, tornando nel club delle società da USD 1.000 mld di capitalizzazione. Gli indici di Wall Street hanno registrato forti ribassi, con i timori legati al virus che continuano a penalizzare i mercati finanziari nonostante i risultati societari finora siano stati complessivamente positivi. Le interruzioni delle catene di approvvigionamento e le limitazioni ai viaggi dovrebbero pesare sull’economia cinese, spingendo gli economisti a rivedere le aspettative di crescita. Il Dow Jones ha riportato un ribasso del 2,09%, a 28.256,03, seguito dall’S&P 500 che ha perso l’1,77% a 3.225,52 e dal Nasdaq 100, in calo dell’1,58% a 8.991,55. Le major petrolifere Exxon Mobil e Chevron hanno fatto segnare entrambe forti ribassi, in seguito ai deludenti risultati societari. In controtendenza IBM che ha guadagnato il 5,09% dopo la nomina del nuovo amministratore delegato. Trimestrali: Sysko Corporation, Alphabet.

Le Borse dell’area Asia-Pacifico sono in territorio per lo più negativo, con l’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo che ha chiuso la sessione in calo dell’1,01% a 22.971,94 punti. Ondata di sell off sull’azionario cinese, con la Borsa di Shanghai che ha chiuso in calo del 7,72%, scontando la paura del coronavirus. Per fornire stabilità sui mercati valutari e liquidità nel sistema bancario, la banca centrale cinese ha annunciato una misura di emergenza, volta a iniettare 1,2 trilioni di yuan (l’equivalente di USD 173 mld circa) di liquidità nei mercati finanziari. Hong Kong infine sta andando alla chiusura con un rialzo dello 0,16%.

Cambi: Eur/Usd a 1,1077. Commodities: petrolio Wti a USD 51,45. Derivati sul greggio in calo di circa 1% in risposta a persistenti timori sulle prospettive della domanda cinese.

Obbligazionario: il Bund future segna stamane un calo di 6 tick a quota 174,98 mentre lo spread Btp/Bund 10y è a 138 pb, con il tasso del Btp decennale che rende il 0,947% (Aprile 2030).

Macroeconomia: nella prima seduta della settimana e del mese di febbraio il calendario macro prevede gli aggiornamento sugli indici Pmi per il comparto manifatturiero delle principali economie della zona euro, mentre dagli Stati Uniti arriverà, nel pomeriggio, l’indice Ism manifatturiero.

Cina: l’indice Caixin sul comparto manifatturiero si porta a quota 51,1, da confrontare con il consensus di 51,3 dopo il 51,5 di dicembre. Il dato risulta profondamente segnato dall’allarme per il virus polmonare.

Giappone: dopo il 48,8 di dicembre, l’indagine Pmi sul settore manifatturiero di gennaio si attesta a 48,8 in gennaio, mettendo a segno il nono mese consecutivo di contrazione.


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