I commenti degli esperti di Janus Henderson, Pimco e Aberdeen Investments a seguito della riunione del FOMC statunitense

Daniel Siluk, Head of Global Short Duration & Liquidity and Portfolio Manager di Janus Henderson
La Federal Reserve ha rilasciato una comunicazione piuttosto priva di novità per il mese di ottobre, abbassando il tasso sui fondi federali di 25 punti base a un intervallo target compreso tra il 3,75% e il 4,00%. La decisione è stata accompagnata da un modesto cambiamento operativo: il quantitative tightening (QT) terminerà il 1° dicembre e i rimborsi dei titoli MBS delle agenzie saranno reinvestiti in buoni del Tesoro.
La dichiarazione ha riconosciuto la disponibilità limitata di dati a causa del recente shutdown, ma non ha rilevato cambiamenti significativi nelle tendenze sottostanti. Una nuova frase che indica che “i rischi al ribasso per l’occupazione sono aumentati negli ultimi mesi” suggerisce che la Fed sta rispondendo a segnali alternativi provenienti dal mercato del lavoro, anche se ciò non sembra riflettere un cambiamento significativo nell’orientamento generale della politica monetaria.
Le operazioni di liquidità sono rimaste invariate, per ora, e il QT continuerà per tutto novembre. Ciò potrebbe mantenere una pressione al rialzo sui tassi a scadenza breve nel breve termine, ma l’assenza di nuove misure di liquidità suggerisce che la Fed è soddisfatta delle condizioni attuali.
Tiffany Wilding, economista di Pimco
Il percorso della politica monetaria statunitense da questo punto in poi dipenderà probabilmente in larga misura dall’andamento del mercato del lavoro. Movimentata è stata la conferenza stampa del presidente della Fed Jerome Powell, che ha sottolineato come i tagli dei tassi nelle prossime riunioni, compresa quella di dicembre, “non siano scontati”. A settembre, le proiezioni della Fed indicavano che la maggioranza (anche se non tutti) dei banchieri centrali era favorevole a un taglio complessivo di 75 punti base nel corso del 2025, con un’aspettativa implicita di tagli consecutivi di 25 punti base nelle riunioni di settembre, ottobre e dicembre. E con pochi nuovi dati in grado di modificare in modo significativo le previsioni, non è chiaro perché ci dovrebbe essere un cambiamento nell’opinione della maggioranza. Ciononostante, interpretiamo le chiare dichiarazioni di Powell sulla riunione di dicembre come un tentativo di contrastare le valutazioni del mercato: poco prima della riunione di ottobre, i contratti futures sui Fed funds a più breve scadenza davano una probabilità superiore al 90% di un taglio a dicembre. Le osservazioni di Powell hanno funzionato. Al momento della stesura di questo articolo, la probabilità implicita nel mercato di un taglio a dicembre è scesa a circa il 70%. Un taglio a dicembre rimane la nostra previsione di base, ma con minore certezza.
Ray Sharma-Ong, Deputy Global Head of Multi-Asset Solutions di Aberdeen Investments
Una volta che lo shutdown terminerà e i dati macroeconomici saranno disponibili, ci aspettiamo che essi possano supportare un taglio dei tassi a dicembre 2025. Lo shutdown, insieme agli annunci delle società, ha accentuato le preoccupazioni riguardo ai licenziamenti e alle difficoltà nelle assunzioni. Il mercato del lavoro appare in fase di transizione e sono probabili dati occupazionali deboli quando la reportistica riprenderà.
Nel frattempo, con dati limitati e nessun impegno riguardo a un taglio a dicembre 2025, i tassi a breve dovrebbero rimanere elevati, supportando il dollaro USA. Questo contesto è negativo per le società a piccola e media capitalizzazione (SMID-cap), che tendono ad avere una maggiore esposizione a debito a tasso variabile.
Con la decisione della Fed alle spalle, l’attenzione del mercato si sposterà sugli utili e sui prossimi negoziati commerciali USA-Cina in Corea.
Redazione
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