L’high yield europeo, incluso quello short-term, continua a offrire rendimenti elevati con una duration contenuta. Roman Gaiser, Head of Fixed Income and High Yield EMEA di Columbia Threadneedle Investments

Con rendimenti cedolari superiori al 6% su scadenze brevi, il comparto degli high yield bond europei offre un’elevata probabilità di ottenere performance stabili anche nell’ipotesi di aumento dei rendimenti nel segmento dei titoli di stato.

Gli spread degli HY bond sono attualmente inferiori alla media storica, tuttavia, l’asset class sta beneficiando di flussi in ingresso calamitati sia dalla caccia a rendimenti allettanti sia dall’arrivo di nuove emissioni sul mercato primario. La contrazione degli spread si spiega con la presenza di bilanci solidi e il miglioramento dei livelli di leva finanziaria.

L’attrattività degli HY europei è dovuta in modo particolare all’aumento del differenziale di tasso di interesse tra Usa ed Eurozona.

L’altro fattore che contribuisce a spiegare il trend è l’incertezza che regna negli Stati Uniti a causa della politica commerciale voluta da Trump. L’andamento del biglietto verde invece non ha, a nostro avviso, una grande influenza sull’andamento dei titoli high yield europei.

I titoli delle aziende operanti nei settori utility, immobili e healthcare sono quelli dove abbiamo incrementato maggiormente la nostra esposizione. Alla base di tale scelta c’è la maggiore esposizione di queste società ai mercati domestici.

Al contrario, abbiamo ridotto l’esposizione a bond emessi da società attive nei settori automotive e chimica (più esposti ai mercati globali). Tra i settori sottopesati nel nostro portafoglio troviamo quelli delle vendita al dettaglio, energia, trasporti e beni strumentali a causa della presenza di bilanci deboli e della concorrenza agguerrita.

Dal Covid fino alla crisi del ritorno dell’inflazione, il mercato high yield ha visto più “rising stars” (aziende il cui rating creditizio è stato rivisto al rialzo fino a diventare investment grade) che “fallen angels” (obbligazioni precedentemente valutate investment grade che sono state declassate allo status di junk bond). Tuttavia, dal 2023 questa tendenza si è invertita e il mercato prevede ora più fallen angels che rising stars.

Attualmente il tema ‘dazi’ continua a farla da padrone, tuttavia, l’Europa può contare su due variabili a favore: i tassi d’interesse più bassi e il pacchetto di spesa tedesco per la difesa e le infrastrutture, che dovrebbe avere un impatto positivo sulla stabilizzazione della crescita europea.

Considerata la probabilità di ulteriori tagli dei tassi da parte della BCE, l’inflazione sotto controllo e il livello ristretto degli spread, riteniamo che le performance si avvicineranno al rendimento, ossia attorno al 4-5% circa nei prossimi 12 mesi.


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Rocki Gialanella

Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.