Adam Hetts, global head of multi-asset di Janus Henderson, analizza il recente calo dei mercati con un focus sulla situazione del Giappone

La peggiore volatilità si è registrata nei settori più caldi del mercato azionario globale, come i cosiddetti Magnifici 7, il NASDAQ 100 e alcuni mercati azionari asiatici (ad esempio, il TOPIX). Tuttavia, è importante notare anche le aree che hanno resistito meglio negli ultimi due giorni e nell’ultimo mese, ovvero le azioni value e i titoli a media capitalizzazione statunitensi e l’indice FTSE 100 nel Regno Unito. Ciò suggerisce che è in corso una rotazione del mercato sullo sfondo di un reset causato da un eccessivo entusiasmo. Il calo dei tassi d’interesse, in assenza di un atterraggio duro, è storicamente positivo per gli asset di rischio nel loro complesso, ma alcuni avevano già forse più che prezzato questa eventualità. Un reset potrebbe creare una base più solida per una spinta al rialzo nel resto dell’anno, sempre che il mercato del lavoro statunitense regga.

Cosa è successo in Giappone

La volatilità più significativa si è registrata in Giappone dove il mercato azionario, che aveva precedentemente beneficiato del continuo indebolimento dello yen, è particolarmente sensibile alle esportazioni. Il rapido rafforzamento della valuta nelle ultime settimane ha probabilmente spinto gli investitori con leva finanziaria a smantellare le loro posizioni. Con i tassi d’interesse che sono aumentati così tanto altrove e che si sono a malapena mossi in Giappone, lo yen è stato un candidato ovvio per il finanziamento di operazioni in valuta estera. Tuttavia, il rapido disimpegno valutario sembra aver influenzato il sentiment del mercato azionario, in quanto il rafforzamento dello yen ha messo in discussione le ipotesi sui guadagni delle esportazioni giapponesi.

Cosa aspettarsi?

Il lato positivo è che, sebbene l’attuale volatilità possa essere dolorosa, un reset dopo un periodo di eccessivo ottimismo potrebbe portare a un mercato più sano. Tuttavia, anche se ampiamente previsto, un reset del mercato di questa magnitudo ed entità è snervante per la maggior parte degli investitori. È importante capire che un atterraggio morbido è messo in discussione ma non è escluso, il che significa che la resilienza economica e il calo dei tassi di interesse potrebbero contribuire a risollevare gli asset di rischio.

Allo stesso tempo, questi eventi sono un avvertimento critico del fatto che il mercato è relativamente costoso e probabilmente rimarrà estremamente sensibile a qualsiasi altra notizia economica negativa. Inoltre, il possesso di titoli azionari da parte delle famiglie statunitensi è ai massimi storici, per cui è probabile che l’andamento del mercato azionario influisca più che mai sulla fiducia dei consumatori. Pur continuando a monitorare attentamente i dati economici, riteniamo che questo sia un contesto favorevole per i gestori attivi che possono trarre vantaggio dalle asset allocation: la relativa resilienza di alcune aree dei mercati globali dimostra che ci sono opportunità per chi è disposto a cercarle.


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Redazione

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