Si sta assistendo a una ripresa dei mercati azionari emergenti, anche se il contesto macroeconomico è ancora incerto. A ciò si aggiunge la persistenza delle tensioni a livello geopolitico. Nonostante questo scenario, però, l’asset class ha mostrato ulteriori segni di vitalità legati a una serie di misure di stimolo annunciate da Pechino che hanno ridato smalto ai corsi dei titoli cinesi. A tutto ciò si è aggiunta una forte performance dei paesi Asean e un rinnovato interesse per aree che erano state eliminate dai radar degli investitori. Insomma, c’è una serie di elementi che fa pensare all’emersione di un bull market secolare per quest’ampia area d’investimento

Giunti ormai agli ultimi mesi di questo 2024, è interessante tornare sull’asset class che più ha stupito quest’anno, ossia l’azionario dei paesi emergenti. Infatti, all’interno di questo variegato gruppo, si sta assistendo per la prima volta da molti anni a questa parte a una ripresa organica: a fine settembre 2024 si registrava un rialzo complessivo del +16,9% dell’indice Msci Em in dollari a fronte di +18,8% da parte dell’Msci World. Se si fa mente locale su alcuni elementi che ancora caratterizzano i mercati finanziari attuali, questi numeri sfiorano il miracoloso. Il ciclo globale è piuttosto debole, anche se gli Stati Uniti hanno rispreso ad abbassare i tassi come, del resto, si riteneva scontato solo poche settimane fa, mentre lo scenario geopolitico rimane estremamente teso.

La scelta principe

A funzionare, all’interno dei listini emergenti, sono stati ancora una volta i temi che hanno costituito la leadership di questa asset class negli ultimi quattro anni. Nello specifico, le aziende indiane alla fine del terzo trimestre continuavano a configurarsi come una delle scelte principe da parte degli investitori: nei primi tre quarti del 2024 l’Msci India risultava in rialzo per un sontuoso +25,8%, sempre calcolato nella divisa statunitense. Il risultato è ancora più impressionante se si pensa alla debolezza della rupia: allo stato attuale, vi sono quattro società indiane fra le prime 10 per capitalizzazione nell’equity Em. Si tratta di un numero pari a quello cinese, un risultato che sarebbe stato impensabile fino a tre anni fa. 

Dall’altra parte, l’ossessione planetaria per l’intelligenza artificiale ha continuato a sostenere le quotazioni del colosso taiwanese Tsmc. Quest’ultima azione pesa per il 9% di tutto l’Msci Em, quasi il doppio rispetto alla società in seconda posizione (Tencent); questi sviluppi hanno inoltre spinto la percentuale complessiva occupata nel benchmark dalle azioni taiwanesi a circa il 17,6%. È invece impressionante notare che attualmente la presenza della Corea del Sud, una potenza tecnologica famosa per i suoi gruppi di enormi dimensioni, si ferma al 10,4%. Non sorprende scoprire che oggi lo scarto in termini di valore borsistico fra le due realtà del Far East è ai massimi storici. 

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Boris Secciani

Nato a Bologna nel 1974, a Milano ho completato gli studi in economia politica, con una specializzazione in metodi quantitativi. Ho cominciato la mia carriera come broker di materie prime negli Usa, per poi proseguire come trader sul forex. Tornato in Italia ho partecipato come analista e giornalista a diversi progetti. Sono in FONDI&SICAV dalla sua fondazione, dove opero come Responsabile dell'Ufficio Studi. I miei interessi si incentrano soprattutto sul mondo dei tassi di interesse e del reddito fisso, sulla gestione del rischio di portafoglio e sull'asset allocation.