In alcuni casi il differenziale tra I rendimenti si è portato su livelli tali da poter iniziare a selezionare opportunità per il lungo termine. Thomas Christiansen, head of Em fixed income, Union Bancaire Privée (UBP)

Quali sono i fattori che hanno penalizzato la performance dei bond emergenti negli ultimi mesi?
I principali driver che hanno influenzato le performance degli asset emergenti negli ultimi mesi sono stati l’aumento dei tassi d’interesse statunitensi e la volatilità provocata dal conflitto russo-ucraino. La risposta immediata dei mercati è stata quella dell’avversione al rischio, a cui è seguita un’impennata dei prezzi globali delle materie prime e l’aumento delle attese sull’inflazione. Alla fine, il driver principale delle performance è stato l’aumento dei tassi d’interesse globali.
Volendo approfondire, le implicazioni del conflitto hanno largamente confermato le attese: gli esportatori di materie prime hanno fatto meglio degli importatori in tutte le sotto-classi di asset. Nel credito sovrano la maggior parte degli esportatori di materie prime ha registrato una contrazione degli spread, mentre gli importatori hanno assistito al fenomeno opposto. Forse quello che più colpisce è, nonostante i movimenti dei tassi d’interesse statunitensi, il forte apprezzamento delle valute dei Paesi esportatori di materie prime. Le valute dei Paesi importatori di petrolio invece si sono indebolite. L’Egitto, ad esempio, è stato costretto a rivedere al ribasso la propria moneta del 15% per via della crescente pressione sulle importazioni di grano.

Quale asset allocation per regioni/Paesi/scadenze/rating state prediligendo e quale evoluzione ritenete sia plausibile nei prossimi mesi per l’universo delle obbligazioni emesse dai Paesi emergenti?
Continuiamo a ritenere che vi siano rischi legati all’inflazione, e quindi anche ai tassi, orientati al rialzo: perciò siamo orientati verso un’asset allocation coerente con questa tesi. Nel credito sovrano e corporate, questo significa favorire l’high yield rispetto all’investment grade, e gli esportatori di materie prime rispetto agli importatori. Riteniamo che vi siano diversi casi d’investimento in cui gli spread offrono una ottima protezione grazie al significativo spazio di compressione, e quindi in futuro ci aspettiamo rendimenti positivi.
Nel complesso, manteniamo una visione costruttiva sul debito locale emergente e siamo posizionati in particolare sul forex sudamericano e sugli esportatori di materie prime. Ci aspettiamo che questi mercati continuino a beneficiare dell’attuale contesto economico e geopolitico. La duration ha avuto un ruolo decisivo nella forte sottoperformance degli asset emergenti nell’ultimo anno, ma i Paesi che hanno ristretto maggiormente le condizioni finanziarie l’anno scorso potrebbero essere vicini alla fine del loro ciclo. Nella seconda metà dell’anno, potrebbe esserci l’opportunità di approfittarne comprando obbligazioni sulla parte lunga della curva.
Rocki Gialanella
Laurea in Economia internazionale presso l’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’. Ho abbracciato il progetto FondiOnline.it nel 2001 e da allora mi sono dedicato allo sviluppo/raggiungimento del target che ci eravamo prefissati: dare vita a un’offerta informativa economico-finanziaria dal linguaggio semplice e diretto e dai contenuti liberi e indipendenti. La storia continua con FONDI&SICAV.

