
Le convertibili sono obbligazioni societarie cui è associato il diritto di essere convertite in azioni ordinarie della società emittente.
Emesse per la prima volta nel 1800 dalle compagnie ferroviarie e di canali nel Regno Unito e negli Stati Uniti per finanziare i loro progetti, forniscono, sia un’esposizione ai mercati azionari, sia un certo livello di protezione da eventuali ribassi dei mercati.
Fondi&Sicav ha chiesto a Emmanuel Naar, portfolio manager e analyst di Lazard Asset Management, se nelle attuali condizioni di mercato valga la pena riconsiderare questa asset class.
Quali sono le caratteristiche del mercato delle convertibili?
«Il mercato delle convertibili, la cui grandezza è di 389 miliardi1 di dollari, è dominato dalla presenza di aziende americane con il 67,3%, mentre i maggiori settori rappresentati sono, in ordine, la tecnologia, i consumi discrezionali e la finanza. In termini di esposizione valutaria, il 79% delle emissioni è in dollari.
Il 53% degli emittenti è costituito da aziende growth o a media capitalizzazione. Le società tecnologiche sono sempre state attive nell’emissione di obbligazioni convertibili, ma dopo la pandemia c’è stata una forte accelerazione dei settori turismo, eventi e compagnie aeree.
Il fatto che oltre un terzo degli emittenti sia costituito da imprese growth o high growth permette di investire in società molto interessanti, la cui volatilità è mitigata dallo stesso strumento delle convertibili che, ricordiamo, è costituto da un’obbligazione cedolare e un diritto di conversione in azioni.
Il livello di nuove emissioni è in crescita dal 2022 e anche i primi mesi del 2025 mostrano la continuazione di una tendenza al rialzo, con una dimensione media di 630 milioni per emissione nel 2024. Ciò significa che la liquidità del mercato è in aumento.
Anche le cedole sono salite, mentre la media del premio di conversione è attualmente del 26,3%, livello che consideriamo interessante, perché l’azione sottostante deve crescere del 4% all’anno per cinque anni (scadenza media di un’obbligazione convertibile) affinché l’investitore sia in-the-money, ossia sia vantaggioso per lui convertire in azioni».
Quali sono le opportunità che il mercato attualmente offre?
«Negli ultimi 12 mesi il mercato delle convertibili, a differenza di quanto accaduto tra il 2022 e il 2023, ha performato bene, facendo registrare +13,6%2 allo scorso 30 aprile rispetto a +11,8% di quello azionario3 e +8,8% dell’obbligazionario4 (in Usd). La maggior parte degli emittenti di obbligazioni convertibili è costituita da titoli di media capitalizzazione, per buona parte growth. Malgrado i significativi aumenti degli utili negli ultimi quattro anni, i prezzi di queste azioni sono scesi, con l’indice Russell 2000 che ha riportato ritorni negativi nel quinquennio, nonostante l’aumento dell’utile per azione sia passato da 5 dollari a 35.