Intervista a Dario Longobardi, gestore e membro del Comitato Investimenti di IMPact SGR

L’impennata dell’inflazione e la conseguente reazione in materia di tassi d’interesse da parte delle banche centrali hanno penalizzato i corporate bond nel 2022. Cosa vi aspettate per l’anno in corso?

Visto l’impatto considerevole del rialzo dei tassi legato alla politica restrittiva delle banche centrali e al rialzo del prezzo delle materie prime, le opportunità sul mercato dei bond, precedentemente penalizzato, sono diventate oggetto di crescente interesse.

Dario Longobardi

Gli investitori si attendono una riduzione di volatilità nella componente tasso per via dell’avvio del processo di disinflazione dell’economia. Mentre al contrario i premi al rischio di credito continueranno a soffrire in attesa che si crei una nuova base per via dell’allentamento agli acquisti da parte dell’APP e sottostante CSPP Corporate Sector Purchase Programme.

Il mercato primario delle emissioni corporate è oggi in notevole fermento. Offre, a parità di rischio rendimento su emittenti già noti, dei rendimenti cedolari più importanti rispetto allo stock di debito preesistente degli stessi emittenti.

Infatti, molti corporate bond emessi negli ultimi tre anni trattano a prezzi decisamente bassi in conto capitale a causa dei vecchi tassi cedolari, per cui la trade opportunity di sostituzione delle nuove emissioni alle precedenti, oltre ad offrire spesso un pick-up di rendimento interessante, riduce la convessità di portafoglio, rendendolo complessivamente meno volatile alle variazioni del tasso d’interesse.

Quali tipologie di corporate bond state privilegiando in questa fase di mercato in termini di affidabilità creditizia, duration, settori, aziende?

Le attuali condizioni di mercato sono molto interessanti: sono possibili asset allocation a brevi duration con Yield to Maturity compreso fra 250 e 350 bps mid swap, rimanendo all’interno dei confini di corporate bond investment grade o sub-investment grade.

Fra i settori, privilegiamo quello bancario-finanziario per l’affidabilità creditizia, in virtù del rafforzamento reddituale dovuto al margine di intermediazione in risalita. Anche i settori industriale-manifatturiero e automobilistico offrono dei rendimenti interessanti: riteniamo che i rapporti debito/ebitda prospetticamente più alti siano sostenibili se pensiamo alle future razionalizzazioni che arriveranno da operazioni di M&A che, a causa della contrazione dei multipli dell’equity, ci appaiono oggi più probabili.

 


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Stefania Basso

Laureata all'Università Statale di Milano, dal 2006 collaboro con Fondi&Sicav. Lunga esperienza nel settore del risparmio gestito come marketing manager presso Franklin Templeton Investments e J.P. Morgan Fleming Am a Milano e a Lussemburgo. Breve esperienza presso Lob Media Relations come ufficio stampa per alcune realtà finanziarie estere. In tutto il mio percorso professionale ho lavorato a stretto contatto con persone provenienti da diverse parti del mondo, che mi hanno permesso di avere un approccio dinamico e stimolante e di apprendere attraverso il confronto con realtà differenti.