Giancarlo Sandrin, Country head Italia di Legal&General
Qual è la filosofia con cui approcciate la costruzione di Etf tematici?
«Quando si costruisce uno strumento passivo tematico, la questione del benchmark scelto è fondamentale. Infatti, il nostro obiettivo è ottenere quella che definiamo la purezza del tema. Con questo termine indichiamo il fatto di costruire un portafoglio che sia effettivamente esposto ai principali protagonisti di un comparto. Per raggiungere tale scopo per noi assume grande importanza avere a disposizione validi consulenti nelle industrie in cui siamo specializzati.
Fra esse troviamo la cybersecurity, una nicchia che continua a crescere: qual è la vostra view al riguardo?
«L’attuale conflitto e le tensioni geopolitiche in atto non fanno altro che fornire ulteriore sostegno a un comparto dalle ottime prospettive. Uno studio del Politecnico ha evidenziato che nel 2021 i cyber-attacchi contro le aziende italiane sono cresciuti del 30% rispetto al 2020. Tra l’altro, l’Italia è caratterizzata in questo ambito da un forte potenziale di recupero. Infatti, l’anno scorso il nostro Paese ha speso solo lo 0,07% del Pil in sicurezza informatica. Si tratta di una cifra ben lontana rispetto ad altre economie avanzate. Le tensioni fra i diversi blocchi del mondo ovviamente forniscono un driver sistemico per ulteriori incrementi di spesa. Tutti gli stati sono infatti consci del fatto che la cybersecurity rappresenta una delle linee di difesa fondamentali della propria economia».
Come si articola questo comparto?
«Un errore che molti commettono è pensare che in tale segmento del mercato vi siano esclusivamente società di software. In realtà, grande importanza assumono anche gruppi che operano nell’hardware. Nello specifico pensiamo a quelle aziende che forniscono soluzioni per identificare in maniera sicura e certa chi si connette e accede ai sistemi. Non bisogna dimenticare che la guerra e le tensioni politiche non sono l’unico elemento di rischio. Infatti gli ultimi anni hanno visto un aumento esponenziale del lavoro in remoto. Quest’ultimo ha generato a sua volta forti necessità di una maggiore sicurezza».
I primi mesi dell’anno sono stati caratterizzati da una rilevante rotazione al di fuori della tecnologia. In un simile scenario, come hanno performato i titoli legati alla sicurezza informatica?
«In realtà tale nicchia ha registrato nel primo trimestre performance migliori rispetto alla media dell’equity globale. Ciò perché quanto è successo ha fornito un ambiente ideale per questo tipo di titoli. In generale, però, noi strutturiamo i nostri portafogli tematici per una gestione ottimale sul medio-lungo periodo. Scegliamo, infatti, settori che mostrano un potenziale di crescita superiore al resto del mercato. Di conseguenza, un investitore deve mettere in conto di trovarsi ad affrontare fasi caratterizzate da una volatilità non indifferente sul breve periodo».
Boris Secciani
Nato a Bologna nel 1974, a Milano ho completato gli studi in economia politica, con una specializzazione in metodi quantitativi. Ho cominciato la mia carriera come broker di materie prime negli Usa, per poi proseguire come trader sul forex. Tornato in Italia ho partecipato come analista e giornalista a diversi progetti. Sono in FONDI&SICAV dalla sua fondazione, dove opero come Responsabile dell'Ufficio Studi. I miei interessi si incentrano soprattutto sul mondo dei tassi di interesse e del reddito fisso, sulla gestione del rischio di portafoglio e sull'asset allocation.

