Il mercato azionario statunitense offre una grande estensione e profondità di opportunità tra titoli growth e value. La selettività rimane fondamentale. Fabiana Fedeli, Chief Investment Officer della divisione Equities e Multi Asset di M&G Investments

 

Il 2021 è stato un anno segnato da divergenze nella performance del mercato azionario globale, sia a livello regionale che di settori, e dall’aumento della volatilità che deve ancora assestarsi ai livelli pre-pandemia.

I mercati sviluppati, guidati dagli Stati Uniti, sono stati i relativi vincitori, e i titoli energetici, tecnologici e finanziari hanno guidato i guadagni a livello di settore.

Guardando all’anno appena iniziato per il mercato statunitense, Biden si presenterà alle elezioni mid-term di novembre con un basso indice di gradimento e con maggioranze molto risicate in entrambe le camere del Congresso. Il presidente sta già avendo difficoltà nel far approvare il quadro legislativo rappresentativo del suo programma “Build Back Better”.

Fabiana Fedeli
Se la storia ci insegna qualcosa, le elezioni di novembre vedranno il partito repubblicano prendere il controllo della Camera e del Senato.

La maggior parte dei presidenti ha dovuto affrontare il partito di opposizione al comando del Congresso, compresi Trump e Obama. Storicamente, la situazione non ha rappresentato uno scenario negativo per i mercati azionari, ma probabilmente limiterà la capacità di Biden di continuare a spendere agli alti livelli visti nelle ultime due amministrazioni.

I recenti guadagni del mercato azionario statunitense non sono stati dissimili rispetto ai rendimenti sostenuti dagli stimoli del primo anno di presidenza Trump, anche se diversi a livello settoriale. I titoli energetici hanno registrato solidi guadagni, riprendendosi da un tetro 2020, e anche il settore tech ha sovraperformato. Ma nel 2021 i rendimenti sono stati mitigati dalle preoccupazioni per l’inflazione.

Il presidente Biden ha fatto progressi con il piano infrastrutturale da 1.200 mld di dollari, con 550 miliardi di dollari di spesa federale destinati alla riparazione e all’ammodernamento di strade e ponti, investimenti nel trasporto pubblico, nell’energia pulita, nella connettività digitale e a garanzia di reti idriche pulite.

Il settore delle infrastrutture, comprese le energie rinnovabili, dovrebbe trarre beneficio da queste opere di ricostruzione sia negli USA che a livello globale. Lo scorso anno abbiamo assistito a un aumento delle acquisizioni nel mercato delle infrastrutture quotate, mentre la crescita dei dividendi ha fornito un certo grado di protezione dall’inflazione.

Per quanto riguarda l’azionario, la variabile principale da considerare non è tanto l’inflazione ma le previsioni che la circondano. Fintanto che le prospettive di crescita restano costruttive, l’azionario ne beneficerà, in particolare perché da un punto di vista di valutazione relativa se la cava meglio rispetto ad altre asset class.

Tuttavia, se l’inflazione dovesse avere un impatto negativo sulle aspettative economiche, o vi fosse un errore di politica monetaria (nel caso in cui le banche centrali inasprissero le proprie politiche troppo e troppo velocemente), allora il discorso per l’azionario cambierebbe.

Altre aree da monitorare con attenzione sono i prezzi dell’energia, che possono influenzare indirettamente il consumo discrezionale degli americani (nonostante il mercato dell’energia statunitense sia molto più autosufficiente di quello europeo) o una qualsiasi riacutizzazione delle tensioni geopolitiche tra USA e Cina o tra USA e Nato e la Russia, che creerebbero una situazione ancora più incerta per l’economia e i mercati. Infine, a livello di settori, un rischio incombente per il settore tech è la maggiore regolamentazione.

Il mercato azionario statunitense offre una grande estensione e profondità di opportunità tra titoli growth e value. Per gli investitori attivi si tratta di sfruttare l’aumento della divergenza dei rendimenti e l’ampliamento delle dispersioni di valutazioni tra i settori e al loro interno. Ci aspettiamo che questo trend continui in un contesto caratterizzato da inflazione, politica monetaria e Covid-19 ancora incerti, che sta già fornendo dei buoni entry point nel 2022, ma dove la selettività rimane fondamentale.


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