Chart of the Week. Economic Team di Payden & Rygel
Se si osserva l’andamento dei mercati finanziari statunitensi e globali nel primo semestre del 2025, appare chiaro come l’incertezza legata alla politica commerciale degli Usa e le tensioni geopolitiche abbiano creato un contesto favorevole all’aumento della volatilità.
Da inizio anno, sia i mercati azionari statunitensi sia quelli obbligazionari hanno registrato performance inferiori rispetto alle controparti internazionali. Anche il dollaro si è indebolito dell’11%, alimentando l’ipotesi di una fuoriuscita di capitali dal Paese, una narrazione che, a nostro avviso, va accolta con cautela, dal momento che i fattori strutturali alla base dell’eccezionalità Usa non hanno subito trasformazioni sostanziali.
Gli Stati Uniti si confermano un punto di riferimento per l’innovazione e per la solidità e profondità dei loro mercati finanziari, ingredienti fondamentali per la crescita della produttività.
Guardando al futuro, l’incertezza commerciale resta, ma si è attenuata rispetto ad aprile.
Le preoccupazioni sul fronte fiscale permangono, come, del resto, accade in molte altre economie avanzate.
Inoltre, ci attendiamo che nella seconda metà del 2025, a fronte del progressivo rallentamento dell’inflazione, la Federal Reserve taglierà i tassi più delle altre Banche Centrali. Storicamente, in assenza di recessione, i tagli dei tassi da parte della Fed hanno rappresentato un elemento di sostegno per gli asset statunitensi.
A questo punto, resta da capire se la prima metà del 2025 sarà ricordata come una semplice deviazione temporanea dalla rotta o come l’inizio di un cambiamento strutturale.

Redazione
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