In questo momento di crisi, sul Forex gli investitori continuano a preferire la moneta più liquida del mondo. Il dollaro Usa si mantiene infatti saldo contro un basket delle principali valute concorrenti.

Aggiornamento sui mercati a cura di UniCredit

L’euro è leggermente in calo contro il dollaro a quota $1,0830 dopo quattro sedute di calo. Lo yen da parte sua ripiega leggermente sul biglietto verde dopo il massimo da due settimane segnato mercoledì.

Lato azionario, apertura negativa per le borse europee, che tornano a concentrarsi sui dilaganti numeri del coronavirus. Cresce l’attesa per i dati Usa sul mercato del lavoro, attesi nel pomeriggio, dopo i brutti numeri sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione settimanali.

Londra cede l’1%, Parigi, Madrid e Francoforte lo 0,50%. Anche la borsa di Milano perde l’1,30%. Negativi i titoli bancari, le utilities, i petroliferi, Ferrari, FCA, Moncler e Unipol. In rialzo invece Atlantia, Buzzi Unicem e Nexi.

In Usa volano i titoli petroliferi

Chiusura in territorio positivo ieri per Wall Street, con il Dow Jones che ha registrato un +2,24%, S&P 500 +2,28% e Nasdaq 100 a +2,0%. A sostenere il mercato è stato un tweet di Trump, il quale ha ipotizzato un taglio alla produzione di petrolio grazie ad un possibile accordo tra Russia e Arabia Saudita.

Tra i migliori sull’indice S&P 500 si è attestata TechnipFMC che ha fatto registrare un rally del 14,63%, mentre hanno decisamente perso terreno Norwegian Cruise Line (-12,04%), Capri Holdings (-8,75%) e Live Nation (-12,68%).

Volano i titoli petroliferi, con Chevron +11,03% ed Exxon Mobil +7,65%, mentre Walgreens Boots Alliance (-6,30%) ha archiviato la seduta in forte calo dopo il rilascio della trimestrale.

Restando in tema energetico, prepotente il rialzo ieri dei prezzi del petrolio dopo che Donald Trump ha fatto sapere di aver mediato un accordo con Russia e Arabia Saudita per tagliare la produzione. E arrestare il crollo del prezzo del petrolio falcidiato dalla pandemia di covid-19. Anche se tuttora i dettagli di come il taglio avverrebbe non sono ancora chiari.

Stamane il future sul Brent guadagna il 1,5% a 30,40 dollari al barile, il Wti Usa cede il 2% a 24,70 dollari.

Rating, S&P: a rischio tripla A della Germania

Sul fronte macro, il dato market mover di oggi è rappresentato dai dati sul mercato del lavoro Usa. Nel primo pomeriggio verranno diffusi il tasso di disoccupazione. Oltre alla variazione degli occupati nel settore non agricolo (non-farm payrolls) si conoscerà l’andamento dei salari relativi a marzo. È il mese in cui è scoppiata l’emergenza coronavirus negli Stati Uniti ed è scattato il lockdown nel paese. In uscita sempre da Oltreoceano anche l’indice Ism non manifatturiero.

L’agenda macro prevede inoltre l’indice Pmi servizi di Francia, Germania, Italia ed Eurozona di marzo, oltre che le vendite al dettaglio nell’Area Euro. Si segnala infine la revisione dei rating di Francia e Germania da parte dell’agenzia di rating S&P Global Ratings.

L’indagine Pmi sul settore terziario manda segnali di ripresa in Cina, con un ritmo che aumenta dal pessimo 26,5 punti di febbraio al 43,0 di marzo, pur non tornando in area espansione sopra i 50 punti. Pubblicato mercoledì, l’analogo indice sul comparto manifatturiero aveva colto di sorpresa in positivo la aspettative dei mercati finanziari riportandosi a 50,1 punti.

In Giappone si conferma disastroso, nella lettura finale di marzo, il Pmi servizi che segna un valore pari a 33,8 punti. Con un aumento marginale dal 32,7 (minimo della serie storica) della stima flash pubblicata la scorsa settimana. Già il risultato di febbraio (46,8 punti) rappresentava il record negativo da quasi 6 anni.


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