A cura di Christian Scherrmann, U.S. Economist di DWS

A giugno, i salari non agricoli hanno sorpreso un po’, passando da 218k a 206k, ma la creazione di posti di lavoro nel settore privato ha chiaramente deluso, con 136k – un calo significativo rispetto ai precedenti 193k.

Inoltre, le total net revisions per gli ultimi due mesi sono state pari a -111k, suggerendo una base comunque più debole per il rapporto odierno.

La crescita dei salari si è moderata in linea con le aspettative, scendendo allo 0,3% mensile dallo 0,4%. Oltre a un leggero aumento del tasso di partecipazione al 62,6% dal 62,5%, anche il tasso di disoccupazione è salito al 4,1% dal 4,0% su base arrotondata, indicando che l’aumento dell’offerta di lavoro non è stato completamente assorbito dalla domanda.

Il rapporto sul mercato del lavoro di giugno potrebbe segnare un punto di svolta nell’altrimenti convincente narrativa sulla creazione di posti di lavoro dell’economia statunitense. Sebbene le pressioni sui prezzi determinate dai salari rimangano moderatamente in atto, sembra che l’offerta in lento aumento si stia effettivamente incontrando con una domanda in lento calo.

Al momento, ciò sembra avvenire a un ritmo in linea con le intenzioni di una politica monetaria più restrittiva e dovrebbe rafforzare la fiducia nell’aspettativa di un ulteriore calo dei tassi d’inflazione in prospettiva. Tuttavia, con il tasso di disoccupazione ora saldamente in territorio neutrale, ciò potrebbe amplificare la recente riemersione della sensibilità dei banchieri centrali alle condizioni del mercato del lavoro. L’indebolimento delle dinamiche del mercato del lavoro tende ad auto-rinforzarsi, rendendo difficile per i banchieri centrali calibrare la loro risposta.

Un atteggiamento dovish troppo presto potrebbe essere controproducente dal punto di vista dell’inflazione, mentre un’attesa troppo lunga potrebbe rischiare di far perdere l’opportunità di un atterraggio morbido.

Sebbene la situazione attuale non richieda ancora una risposta decisa da parte dei banchieri centrali, gli argomenti a favore di un taglio dei tassi nei prossimi mesi sono certamente rafforzati.

Manteniamo la nostra previsione di un primo taglio a dicembre, ritenendo che un eventuale ammorbidimento indesiderato possa essere gestito efficacemente con interventi verbali. Tuttavia, sottolineiamo anche che la probabilità di un taglio dei tassi a partire da settembre è notevolmente aumentata.


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Redazione

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