La fiducia degli operatori economici è scesa ai minimi dal 2013. Weekly di Cassa Lombarda, l’analisi settimanale dei mercati finanziari 

Settimana scorsa in Eurozona la fiducia degli operatori economici è scesa ai minimi dal 2013 mentre gli indici Pmi sono scesi su livelli mai visti sinora indicando una contrazione per il Pil del 10%. Nel Vecchio Continente le limitazioni imposte dai Governi per battere la diffusione del virus hanno causato un crollo nelle quotazioni dell’energia e nei consumi cosicché l’inflazione a marzo è scesa. Le prime evidenze di Covid-19 si sono manifestate negli Stati Uniti con il crollo degli indici di attività e la disoccupazione di marzo salita al 4,4% dal 3,5% di febbraio, registrando la variazione percentuale più alta dal 1975. I posti di lavoro persi nel mese sono stati 701 mila. Era dal 2010 che il mercato del lavoro Usa non registrava la perdita di posti. In Cina, la Banca centrale ha ridotto di 100 bps la percentuale di riserva obbligatoria detenuta dalle banche commerciali e dalle casse rurali.

Obbligazioni

La presenza della Bce sul mercato ha stabilizzato l’andamento delle quotazioni dei titoli di Stato di Eurozona. Per i Btp si sono susseguite sedute con pochi spunti operativi e oscillazioni limitate con il rendimento del titolo decennale che si è mantenuto dentro un range ristretto, compreso tra un minimo dell’1,50% e un massimo dell’1,58%. Buone notizie per il Tesoro italiano sono arrivate dall’asta di medio-lungo termine dove sono stati emessi €8,5 miliardi di titoli. Positiva è stata la risposta degli operatori, che hanno avanzato richieste consistenti su tutte le scadenze e convincente è stata anche la reazione del mercato secondario, che ha assorbito il consistente ammontare offerto senza particolari conseguenze in termini di oscillazione di prezzo.

Nelle sedute di risk on sono stati favoriti i titoli di Stato dei Paesi periferici.

Da segnalare che la buona accoglienza delle recenti emissioni di Portogallo e Belgio sulla scadenza settennale ha rinvigorito il mercato primario europeo dove c’è attesa per l’annuncio di nuove emissioni sindacate da parte di Spagna e Francia.

Azioni

Il mini rally di fine marzo non è bastato a Piazza Affari e alle Borse europee e mondiali, che hanno mandato in archivio un pessimo primo trimestre. Il lunghissimo bull market di 11 anni è terminato lo scorso mese di febbraio con i mercati americani sui massimi storici e quelli europei su livelli record pluriennali. In scia all’emergenza coronavirus che ha azzerato la propensione al rischio gli investitori hanno reagito provocando un’ondata incontrollata di vendite. A Piazza Affari il primo trimestre del 2020 è il peggiore dal 1998 con una perdita del 27,5%, nonostante appunto il recupero di fine marzo. Il bilancio trimestrale è pesante anche per l’Europa con l’indice Stoxx Europe 600 in calo del 23% la performance peggiore dal terzo trimestre del 2002.

Se consideriamo l’indice Msci World la flessione del 20,7% è la peggiore dall’ultimo trimestre del 2008.

Bilancio nero anche a Wall Street, nonostante il recente rally che aveva consentito al Dow Jones di recuperare circa il 20% dai minimi toccati lo scorso 23 marzo, l’indice ha archiviato il peggior trimestre dal 1987 mentre per l’S&P 500 si tratta del peggiore trimestre dal 2008.

Valute e materie prime

In rafforzamento il dollaro Usa, nonostante i pessimi dati macro, con il biglietto verde sostenuto dal contesto di risk-off che favorisce gli asset rifugio. La correlazione diretta tra i movimenti del cambio euro/dollaro e l’andamento dell’S&P500, si sta ripresentando così come avvenne dopo il crack di Lehman Brothers nel 2008. Il rand sudafricano è crollato a un minimo storico contro Euro e Usd dopo il taglio di Moody’s del rating sovrano a junk. Moody’s è l’ultima agenzia che taglia il rating del paese, mentre S&P’s e Fitch lo avevano tagliato a junk già nel 2017. Per l’agenzia pesa il continuo peggioramento della situazione fiscale e della crescita strutturalmente debole. Settimana scorsa rally delle quotazioni del greggio, dopo aver registrato la seduta migliore della storia con il +25% del Wti e +21% del Brent. Il propellente sono stati dei tweet di Donald Trump da cui è nata la speranza di una tregua in arrivo per il braccio di ferro tra Russia e Arabia Saudita sulla produzione.

Outlook

Sul fronte macroeconomico la settimana si apre con i dati relativi agli ordini all‘industria tedesca mentre martedì, oltre alla riunione dell’Eurogruppo per studiare le misure di stimolo per l’economia, sono in programma la produzione industriale in Germania e le vendite al dettaglio in Italia. Mercoledì negli Stati Uniti saranno pubblicati i verbali dell’ultima riunione del Fomc e gli ordinativi dei macchinari in Giappone, mente giovedì la bilancia commerciale tedesca e britannica, la produzione industriale in Italia e UK e i sussidi settimanali alla disoccupazione negli Usa, che sono sotto la lente di ingrandimento degli analisti. Sempre dagli Stati Uniti giovedì in arrivo l’indice dei prezzi ai produttori e le fiducia delle famiglia calcolata dall’Università del Michigan, mentre venerdì sarà la volta dell’inflazione.

In Italia scade il termine ultimo per la presentazione del Def (Documento di Economia e Finanza).

Settimana prossima gli investitori inizieranno a valutare il reale impatto dell’epidemia di coronavirus sui bilanci societari, con l’avvio della stagione delle trimestrali Usa per il 1Q 2020. Subito saranno analizzati, come consuetudine, i numeri in arrivo dai grandi istituti bancari del Paese.


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Redazione

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